L’ETERNO SECONDO
La storia di Stirling Moss
di Roberto Maurelli
Talvolta l’uomo giusto si trova sempre
nel posto sbagliato e al momento meno opportuno… Ciò è proprio quello
che è accaduto ad uno dei più talentuosi piloti di tutti i tempi:
Stirling Crawford Moss.
Stirling Moss nacque a Londra il 17 settembre 1929. Sembrava
predestinato a correre nelle massime categorie automobilistiche, avendo
entrambi i genitori impegnati negli sport motoristici. Il padre aveva
gareggiato addirittura ad Indianapolis, mentre la madre se la vedeva con
gare trial e rally. Fu praticamente inevitabile che a soli nove anni il
piccolo Stirling venisse infilato nel posto di guida di una vecchia
Austin Seven perché facesse le sue prime esperienze al volante nei campi
che circondavano la casa.
Con il passare degli anni divenne sempre più chiaro che la volontà
del ragazzo era quella di lavorare a tempo pieno nel mondo delle corse,
anche come semplice meccanico. Questi progetti si scontravano, però,
contro le aspettative di carriera che su di lui venivano riposte dai
genitori. Tutti credevano, infatti, che avrebbe studiato da dentista per
rilevare l’attività paterna e proseguire la tradizione familiare. Ma
tutto questo avrebbe relegato la passione per le corse al rango di mero
passatempo. E questo non poteva accadere... Trascurando gli studi, non
impegnandosi troppo in alcuni lavori saltuari nel settore alberghiero,
dedicò tutto il tempo che aveva a disposizione al suo amore per le
automobili. Appena raggiunta l’età per conseguire la patente di guida,
cominciò a scorazzare per le strade del Regno Unito e a sognare vetture
sempre più performanti con cui gareggiare.
La prima vera e propria competizione fu in una gara in salita al
volante di una Cooper 500. Proprio con questa vettura cominciò ad avere
un rapporto speciale che si tradurrà in un matrimonio indissolubile. Un
giorno trascinò il padre, inconsapevole, fino alla piccola fabbrica
della casa inglese, mostrandogli uno dei modelli esposti al pubblico.
Fantasticava di quanto sarebbe eccitante guidare una di quelle vetture
in gara e convinse il padre a coprire una parte delle spese necessarie
all’acquisto.
Erano tempi difficili per il motorsport in tutto il mondo e anche in
Gran Bretagna: gli effetti della Seconda guerra mondiale si facevano
sentire e il petrolio era ancora razionato.
Nonostante ciò si cercava comunque di organizzare gare in tutto il
paese, anche con i pochi mezzi a disposizione. Stirling Moss incarnava
perfettamente questa filosofia. Correva con qualsiasi cosa avesse
quattro ruote e un volante, e spesso vinceva; inoltre era pronto a
cimentarsi in ogni tipo di competizione disponibile. Perfino i genitori
dovettero riconoscere il talento e la determinazione del loro unico
figlio maschio e così cominciarono a supportarlo con maggiore
continuità.
La prima esperienza con una scuderia ufficiale fu con la HVM di
Formula 2. In quella squadra, nonostante i risultati alternanti, ebbe
l’occasione di crescere notevolmente, come uomo e come pilota. Questa
esperienza gli permise di farsi notare anche dai team di Formula 1.
Perfino la Ferrari gli offrì un volante, salvo poi dirgli senza tanti
complimenti che la sua vettura sarebbe stata assegnata a Taruffi. Fu
proprio questo episodio a spingere Moss verso un’accesa rivalità con la
scuderia di Maranello. Da quel momento in poi avrebbe guidato solo auto
inglesi, nonostante ricevesse continuamente offerte da numerose squadre
straniere; forse questa scelta gli è anche costata in termini di
possibilità di vincere un titolo mondiale, ma faceva parte del suo
temperamento rigido e coerente. Basti pensare che perfino nelle fasi più
accese della competizione è stato sempre correttissimo con i rivali,
fino al punto da esserne svantaggiato. Anche questo ha certamente pesato
sul suo palmarés, ma non si può negare che questa signorilità dovrebbe
essere presa ad esempio un po’ di più dai piloti dei nostri giorni…
Il soprannome di “eterno secondo” è dovuto al fatto che si tratta del
pilota che ha vinto più gare senza mai aver conquistato un titolo
mondiale. Terminò infatti al secondo posto della classifica generale nel
1955, 1956, 1957, 1958. Probabilmente anche la presenza di un rivale
come Fangio non ha per nulla favorito la sua ascesa ma, a conti fatti,
gli appassionati hanno davvero tanti motivi per ricordare con affetto un
pilota come Stirling Moss.
Non basta una corona
d’alloro per creare una leggenda!
Roberto Maurelli |