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La tecnologia ecologica delle “FLOWFORMS”.
di Maria Teresa Lembo
“Si dice che l'acqua è come un
essere umano e gli esseri umani sono come l'acqua. L'acqua ha la
capacità di dialogare, condividere, ricordare le informazioni di tutta
la natura. Ciò accade quando trasporta e veicola tutte, o quasi, le
sostanze nutritive vitali per gli esseri viventi. Ma in più ha in sé la
creatività intrinseca che permette alla natura continua rinascita e
trasformazione. E' l'inizio della vita e del tempo (il ritmo in quanto
sostrato stesso della vita e l'acqua in quanto elemento in cui si
esplica la vita sono in una relazione di appartenenza)… Oggi abbiamo
bisogno di conoscerla perchè non esiste una consapevolezza generale
della sua importanza per la nostra salute e per la salute dell'intero
pianeta… In un momento come quello odierno, in cui l'acqua sana è in
pericolo, la tecnologia ecologica delle Flowform è un nuovo paradigma
per il risanamento dell'acqua malata”. (www.eiva.it/risorsa-acqua)
La tecnologia ecologica “Flowform” nasce da
un nuovo modo di interagire con la natura ed in particolare con l’acqua
nelle sue forme ed essenze più svariate. Lo scopritore del metodo “Flowform”,
l’artista-scienziato inglese John Wilkes, nei suoi studi sulle “qualità
sensibili” dell’acqua, iniziati negli anni ’50 in collaborazione con gli
scienziati Theodor Schewnk e Gorge Adams e con un gruppo di ricercatori,
pose l’attenzione sul rapporto esistente tra il ritmo dell’acqua e le
sue qualità chimico-fisiche e proprietà organolettiche.
Dalle complesse leggi del movimento
dell’acqua, cercò di elaborare dei prototipi di recipienti, o meglio,
delle vere e proprie sculture realizzate dapprima in ceramica, poi in
cemento, e poste in maniera tale da ricreare il movimento ritmico
dell’acqua. In altri termini, le cosiddette “Flowforms”, ideate da
Wilkes, riproducono delle forme capaci di rigenerare, rivitalizzare e
dinaminizzare le qualità vitali dell’acqua. Negli anni ’80, Wilkes
utilizzò tali sculture nell’impianto di fitodepurazione del villaggio di
Jarna in Svezia, ottenendo ottimi risultati.
Successivamente, per la realizzazione di “Flowforms”,
furono utilizzati forme e materiali (vetro, vetroresina, vetro
riciclato) e sempre più innovativi. Le stesse furono sperimentate nei
processi di fabbricazione alimentare (birra, vino) e per la riduzione
degli impatti elettromagnetici provocati dalle turbine per la produzione
di energia elettrica. Per le loro particolari qualità estetiche furono
spesso collocate in musei, scuole, centri culturali, uffici, giardini,
parchi, case d’abitazione.
Un altro importante interprete
dell’eco-tecnologia “Flowform” fu Iain Trousdell, co-direttore
dell’Istituto per la cura dell’acqua (Healing Water Institute) in
Inghilterra e Vuiva Zelanda e direttore creativo di “Design for Life Ltd”
e “Nature Intelligence Inc”. A partire dal 1970, collaborò per tre anni
con John Wilkes contribuendo a promuovere e a diffondere, attraverso
numerose conferenze internazionali, i segreti creativi dell’acqua.
Realizzò sculture “Flowform” per circa 400 paesaggi, progetti di
sviluppo agricolo in tutto il mondo, grandiose sculture per l’acqua in
alcune grandi capitali. Di grande interesse risulta essere il suo
film-documentario, insieme alla Cloud South Films, dal titolo “Divine
Water” (http://vimeo.com/2460148),
attraverso cui si possono scoprire le qualità più affascinanti e
straordinarie dell’acqua poste ormai al centro degli studi delle ultime
teorie della scienza moderna ed, in particolare, di quella quantistica.
Iain Trusdell afferma:
“La gente deve capire che se muoviamo l’acqua lungo linee dritte, essa
perde la sua capacità di favorire la vita, solo quando si apprenderà
seriamente questa questione (ovviamente è un grande problema educativo,
ma ora abbiamo la mentalità e si può già cominciare questo lavoro) le
persone si accorgeranno che l’acqua che esce dal rubinetto può si
bagnare la loro pelle, ma non sta facendo molto di più per loro. Quando
tutto ciò diventerà noto e apprezzato, inizieremo a mettere da parte del
denaro per sviluppare tecnologie che supportino l’acqua.. In questo
senso credo che la tecnologia Flowform diventerà
quella principale… mi piacerebbe vedere sculture Flowform in
tutte le grondaie, canali di irrigazioni, sulle strade, ovunque…”.
(www.genitronsviluppo.com)
Maria Teresa Lembo |
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