Terremoto: fare prevenzione
di Giovanni Stasi
INTRODUZIONE
Ogni giorno sul pianeta terra si verificano migliaia di
terremoti, ma solo una decina sono percepiti dalla popolazione e la
maggior parte di questi causano pochi o nessun danno.
La superficie
terrestre è in lento , ma costante movimento e i terremoti si verificano
quando la tensione, da stress meccanici, accumulata eccede la capacità o
la resistenza del materiale roccioso di sopportarla. Particolarmente
colpite sono le aree che circondano l’ oceano pacifico, ovvero la cosi
detta “cintura di fuoco” del pacifico. I terremoti, detti anche sismi o
scosse telluriche, sono vibrazioni o oscillazioni improvvise, rapide e
più o meno potenti , della crosta terrestre, provocate dallo spostamento
improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo.
Tale spostamento è generato da forze che agiscono
costantemente all’interno della crosta terrestre provocando la
liberazione di energia; il punto di liberazione di energia si chiama
IPOCENTRO. Dall’ipocentro si origina: la frattura persistente(faglia),da
cui parte il movimento, e una serie di onde sismiche che si propagano
in tutte le direzioni, le quali danno vita a ciò che l’uomo vede in
superficie.
La proiezione verticale dell’ipocentro sulla superficie
terrestre si chiama EPICENTRO ed è in genere quello più interessato al
fenomeno(zona in cui di solito si verificano i danni maggiori);le onde
sismiche sono rilevabili e misurabili con strumenti detti SISMOGRAFI e
visualizzabili su SISMOGRAMMI; l’ elaborazione incrociata dei dati di
più sismografi posti sul territorio a una certa distanza dal sisma
consente di stimare con abbastanza accuratezza l’ epicentro e l’
intensità del sisma.
L’intensità del sisma può essere valutata attraverso le
scale sismiche, le principali scale utilizzate sono: scala RICHTER
basata sul concetto di magnitudo, che permette di valutare l’ energia
sismica del terremoto e la scala MERCALLI-CANCANI-SIEBERG(MCS)che si
basa sullo studio delle riflessioni e rifrazioni subite dalle onde
sismiche nella loro propagazione. La durata di ogni scossa è di solito
di pochi secondi, eccezionalmente raggiunge anche un minuto. I terremoti
di maggiore intensità finora registrati hanno raggiunto una magnitudo
8,6 un energia paragonabile a quella sviluppata nelle più grandi
esplosioni termonucleare. la branca della geofisica che studia questi
fenomeni è la SISMOLOGIA.
PREVENZIONE
La soluzione definitiva del problema terremoti sarebbe
impedirne il verificarsi; ma questo per ora è un obbiettivo
irraggiungibile. Il problema può essere affrontato con la previsione e
la prevenzione in maggior misura. Prevedere un terremoto significa
sapere in anticipo in quale zona, quando avverrà, cosi che la gente
possa mettersi al sicuro.
Allo stato attuale non è possibile prevedere un
terremoto, ma è possibile fare una stima probabilistica, basata sullo
studio di territori sui quali si indaga, sulla sismicità storica ed
attuale e su cui si effettuano studi sismo-tettonici e geologici, da ciò
possiamo arrivare a prevedere per quel territorio l’ intensità massima e
la frequenza dei terremoti che possiamo attenderci e quindi definire la
pericolosità sismica del territorio. Se è vero quindi che non è
possibile prevedere con esattezza i terremoti, è però possibile
prevedere gli effetti sul territorio; ciò significa che gli effetti
possono essere modificati o neutralizzati attraverso una serie di misure
di prevenzione. La misura più semplice è quella di non costruire le case
nelle zone molto pericolose o costruirle secondo le norme antisismiche.
Una politica seria di prevenzione consiste in una serie
di iniziative:
Continuare a studiare per capire sempre più la sismicità
di tutto il territorio nazionale, per poter individuare le zone in cui
si possono verificare i terremoti, con quale forza, frequenza e
pericolosità.
Fare un censimento del patrimonio edilizio e del suo
stato di conservazione soprattutto nelle zone considerate sismiche ed
avviare le opere di risanamento e di adeguamento sismico, dando la
priorità agli edifici pubblici (ospedali, scuole, ecc).
Prevenire i danni, cioè dopo aver individuato le zone
sismiche bisognerebbe far seguire una politica di difesa dai terremoti
nel tempo e nello spazio dove l’ educazione e l’ informazione di massa
costituiscano momenti permanenti importanti.
Adeguare le norme tecniche di costruzione sopratutto dei
luoghi di lavoro(capannoni), come è accaduto in EMILIA ROMAGNA, dove
sono morti sul posto di lavoro sia operai che imprenditori ed investire
più risorse nella ricerca di materiali da costruzione più adatti e di
tecnologie più avanzate rispondenti a livelli di maggior sicurezza.
Addestrare la popolazione per l’ emergenza;
Cosa fare prima del terremoto; sapere se si vive in una
zona classificata come sismica o no, se si, prestare attenzione alla
propria abitazione, se è stata costruita rispettando i criteri di legge.
Informarsi sui piani di protezione civile nazionale e regionale e
locale.
Come comportarsi durante il terremoto; avere un’ idea
abbastanza chiara di quali siano le posizioni all’interno di un edificio
o i luoghi all’esterno che si possano considerare pericolosi.
Poichè ciò che provoca vittime durante un terremoto è
principalmente il crollo di edifici, o parti di essi, è opportuno
mantenere la calma evitando di allarmare con grida gli altri, non
precipitarsi all’esterno, ma cercare il posto più sicuro nell’ambiente
in cui ci si trova, per chi si trova all’ interno di un edificio è
meglio portarsi nei punti più solidi della struttura, questi di solito
sono le pareti portanti (muri maestri), architravi i vani delle porte e
gli angoli in genere. Se il terremoto ci sorprende quando ci si trova
all’esterno, non cercare riparo sotto cornicioni, grondaie o balconi e
non sostare sotto linee elettriche, può offrire un riparo l’ architrave
di un portone.
Cosa fare dopo un terremoto; al termine di una forte
scossa, si possono verificare sia danni che morti e feriti, importante
riuscire a mantenere la calma, ascoltare il personale addetto ai
soccorsi in modo da non intralciare i soccorsi e gli aiuti. In questa
fase l’entità del disastro può essere ancora ridotta, quello che si può
fare è affrettare i soccorsi ai feriti e cercare di creare condizioni
migliori per la sopravvivenza, mettere in sicurezza la popolazione.
Parte del buon esito delle operazioni di questa fase dipende dalla
capacità di organizzazione spontanea delle popolazioni colpite senza
limitarsi ad aspettare i soccorsi esterni, quindi evitare di reagire in
modo totalmente passivo. Un atteggiamento attivo favorisce l’ efficacia
dei soccorsi stessi.
Dopo il sisma la popolazione ha paura è stremata, ha
bisogno di risposte e di fatti concreti, non deve sentirsi abbandonata
ma invogliata ad avere delle prospettive per il futuro, trovare il
coraggio per ricominciare.
Ogni disastro è una combinazione di due
fattori principali: la pericolosità e la vulnerabilità.
La pericolosità è determinata da una complessa serie di
fenomeni che si possono manifestare senza un intervento dell’uomo, come
nel caso di un terremoto.
La vulnerabilità è determinata da una serie di
errori (consapevoli o meno che spesso sono legati al modello di sviluppo
che una società si impone), dalla concentrazione di popolazioni in aree
sempre più ristrette, dalla capacità umana di modificare l’ambiente,
cioè rendendo più fragile il suo equilibrio. L’assenza o carenza
qualitativa e quantitativa di strumenti e sistemi di previsione, di
prevenzione e di intervento (informazione, allarme, piani di
evacuazione, mezzi di soccorso, ecc.) accrescono ancor maggiormente la
vulnerabilità dell’ ambiente.
E’ evidente , quindi che i fenomeni come: terremoti,
alluvioni, frane non possono essere considerati più ne come castigo
divino né come eventi eccezionali, ma come fenomeni che si verificano in
modo consueto. I mezzi di comunicazione che negli ultimi anni hanno
portato nelle case di tutti i drammatici eventi in modo efficiente ed
efficace , hanno modificato gli atteggiamenti delle persone; è cresciuto
l’ interesse della collettività per i temi legati alla qualità della
vita e alla tutela dell’ambiente, questi bisogni devono essere
organizzati, stimolati, allargati e soddisfatti.
Bisogna attuare una
grande operazione culturale che porti a definire un rapporto diverso tra
uomo ed ambiente fondato sulla partecipazione e attivazione di tutte le
strutture organizzate della società e dei singoli cittadini. In questa
operazione la scuola gioca un ruolo primario, altrettanto importante è
il ruolo dei mass-media attraverso un’ informazione corretta, continua e
non solo a seguito di grandi eventi . I terremoti sono calamità naturali
inevitabili, il loro impatto potrebbe tuttavia essere ridotto adottando
misure preventive, essi non si possono prevedere ma si possono
combattere.
Giovanni Stasi |