|
-
THEMA FERRARI
-
PNEUMATICI E SICUREZZA
di
Simone Pavarin
La Lancia è una delle più prestigiose case
automobilistiche italiane, nata a Torino del 1906, si fuse nel 1987 con
l’Alfa Romeo creando il marchio Alfa-Lancia che, a sua volta, verrà
assorbito qualche anno dopo dal Gruppo Fiat. Sin dalla prima vettura
costruita nel 1908, la famosa “12 HP”, si intuirono le potenzialità
dell’azienda che fin da subito si distinse per operare fuori dagli
schemi.
La 12HP con motore a quattro cilindri da 2500 centimetri
cubici raggiungeva i 1800 giri al minuto, molti per quel tempo, aveva
anche la peculiarità della trasmissione, non con la tradizionale catena,
bensì a cardano, un’innovazione importante per l’epoca. La Lancia, alla
vigilia del primo conflitto mondiale venne decretata Stabilimento
Ausiliare di Guerra, per cui ogni sua attività doveva favorire lo sforzo
bellico, questo sulla scorta dell’esperienza della fornitura di ottimi
mezzi corazzati della Guerra di Libia qualche anno prima.
Una doverosa introduzione per collocare in modo preciso
un prodotto concepito all’interno di quest’azienda che ha fatto sognare
un’intera generazione negli anni ’80, la mitica “Thema Ferrari”. La
Lancia Thema fu di per sé una vettura ben strutturata tant’è che se ne
produssero almeno tre serie tra il 1984 al 1994. Ottimo design, finiture
di pregio, predisposta per qualsiasi optional del periodo come il
climatizzatore o il telefono veicolare integrato nel poggia braccio del
conducente. Oltre una semplice automobile, un vero status symbol per la
classe media italiana emergente. Un’ammiraglia a cui però mancava ancora
qualcosa per essere realmente competitiva con le sorelle maggiori
europee come le berline di casa BMW o Audi. Sotto quest’aspetto la
svolta si ebbe con la grande intuizione di produrre una versione che non
montasse il tradizionale motore Fiat, bensì il cuore della vettura
sportiva per eccellenza, l’automobile che tutto il mondo ci invidia la
Ferrari. Il motore più idoneo si individuò nel V8 3.2 della Ferrari
Mondial che però venne modificato per installarlo anteriormente alla
Thema, nacque così la Lancia Thema 8.32, ribattezzata immediatamente
dagli appassionati del settore in Thema Ferrari. Per quanto riguarda le
modifiche apportate al propulsore, innanzitutto, venne ridotta la sua
cilindrata a “soli” 3000 centimetri cubici che poteva sviluppare una
potenza anteriore di ben 215 cavalli, per quegli anni la più alta in
assoluto. Sotto questo aspetto si aprì una piccola diatriba, si ritenne
che la trazione anteriore per una tale potenza era sprecata, per cui si
valutò la possibilità della trazione integrale allora in voga su veicoli
di alta gamma, idea che però non prevalse. Velocità massima 240 Km/h,
con una accelerazione da 0 a 100 in soli 7 secondi, la Thema Ferrari
unì confort a standard meccanici elevati. Anche le sospensioni vennero
riviste per garantire quella stabilità e sicurezza di guida tipica della
più tradizionale Lancia Thema. Il tutto montato su di un pianale che ha
avuto un ottimo successo per dettami costruttivi tant’è che venne
utilizzato anche per altre ammiraglie come l’Alfa 164 o la Saab. Un
motore top di gamma non poteva che essere accompagnato da interni di
primordine. Pannelli in radica, abitacolo totalmente rivestito in pelle
sono solo due esempi dello sfarzo interno. Il design esteriore era il
medesimo della versione tradizionale se non per un particolare non
trascurabile, lo spoiler retrattile. Il conducente poteva comandare la
fuoriuscita di uno spoiler dal cofano posteriore con funzioni
squisitamente aerodinamiche. Per alcuni questa ha rappresentato una
forzatura nell’estetica che ha rischiato di compromettere la
raffinatezza della vettura.
Della Thema Ferrari ne sono state prodotte circa 3000
unità, ad un costo base di 56 milioni di vecchie lire, circa 28.000 Euro
attuali, un bel gruzzoletto per la metà degli anni ’80.
Sembra che anche l’Avvocato Gianni Agnelli apprezzò
questa vettura ma se ne fece costruire una personalizzata, su
carrozzeria station wagon anziché berlina forse perché, conoscendo la
rinomata eleganza dell’Avvocato, per evitare proprio quell’indelicato
spoiler posteriore.
Gli appassionati del settore ritengono che oggi la Thema
Ferrari possa valere tra i 10.000 e 15.000 Euro, un investimento che tra
qualche anno potrebbe lievitare visto il crescente interesse da parte
dei collezionisti.
(S.P.)
PNEUMATICI E SICUREZZA
Quando vediamo una vettura le prime cose che si notano sono la
carrozzeria, le forme, i colori, a volte gli interni e gli optional. Il
pneumatico è l’elemento che meno ci attrae, perché, ad un occhio
inesperto “tutte le ruote sono uguali”. In realtà gli pneumatici o gomme
o copertoni, come dir si voglia, sono il frutto di ricerche
ingegneristiche avanzatissime ed hanno l’essenziale funzione di far
aderire al meglio la vettura all’asfalto. Questa rivoluzionaria
invenzione è da attribuire a John Boyd Dunlop che nel 1988 intuì
l’importanza di ricoprire le ruote con uno strato di gomma per assorbire
gli urti, garantire attrito, stabilità e controllo del veicolo. Il
grande inventore scozzese, che in vita non ebbe grande fortuna a causa
di controversie burocratiche legate ai brevetti depositati, lo
ricordiamo per aver applicato la prima ruota pneumatica ad un triciclo,
quello del figlioletto. Gli pneumatici oggi sono utilizzati su quasi
tutti i mezzi che viaggiano su strada, dalle biciclette ai camion. In
origine erano di colore bianco, poi banco e nero, infine oggi sono
esclusivamente di colore nero.
Lo pneumatico è costituito da
vari strati. Il primo strato, quello visibile, che è a contatto con il
pavimento stradale, è il battistrada. L’elemento caratteristico del
battistrada è il disegno, che varia in base al numero ed alla profondità
delle scanalature presenti. Più profonde e numerose sono le scanalature
più lo pneumatico è drenante, ovvero permette una forte aderenza. I due
tipi opposti di battistrada sono quelli da motocross, nei quali la
profondità ed il numero di scanalature forma i così detti “tacchetti” ed
i battistrada tipici da Motomondiale, caratterizzati dalla completa
assenza di intagli. Visto che il battistrada è determinante per
l’aderenza, a livello legislativo esistono norme che indicano lo
spessore minimo sotto il quale si è sanzionabili.
Subito sotto il battistrada è presente il “pacco cintura”, una serie di
fili d’acciaio intrecciati che garantiscono compattezza e maggior
resistenza al battistrada stesso. E’ tipico vedere questi fili d’acciaio
sporgere nei pneumatici ormai completamente consumati. Il “fianco” del
pneumatico è uno strato molto importante che protegge il pneumatico
stesso dagli agenti atmosferici e dagli agenti chimici. Andando ancora
in profondità vi è la “carcassa” con la funzione di trasmissione di
forze tra la ruota e il terreno. Lo strato più interno del pneumatico è
costituito dal “tallone”, che garantisce l’aderenza al cerchione.
Gli pneumatici si possono suddividere in tre grandi famiglie: quelli con
camera d’aria, senza camera d’aria e pieni. Nei primi due tipi sotto il
battistrada è imprigionata aria compressa che permette l’adattamento del
pneumatico al terreno. Per quanto riguarda gli pneumatici pieni
propriamente detti, hanno avuto un certo successo in passato, oggi però
sono quasi del tutto in disuso.
Come accennato il ruolo della tecnologia nella costruzione del
pneumatico è fondamentale, ma la stessa tecnologia permette anche di
riparare gli pneumatici, sia in modo permanente che solo in caso
d’emergenza. In questo secondo caso esistono schiume che iniettate nella
gomma riescono a tamponare il foro, solo per i pochi minuti necessari a
raggiungere i soccorsi, anche perché lo pneumatico si danneggerà
inesorabilmente.
La sicurezza su strada dipende molto oltre che dal tipo di pneumatico
anche dalla sua manutenzione. E’ importante circolare con pneumatici non
usurati, ma altrettanto importante è che questi siano anche
adeguatamente gonfiati come consiglia la casa costruttrice. Dati
ASSOGOMMA e FEDERPNEUS, due tra le più importanti associazione di
settore denunciano che almeno la metà delle vetture in circolazione
viaggiano con pneumatici sottogonfiati. Il nemico più temuto per la
sicurezza è certamente il fenomeno dell’ “acquaplaning”, ovvero la
perdita di aderenza delle ruote determinato dall’azione congiunta della
pioggia e di pneumatici non efficienti. Un dato inequivocabile è quello
per cui migliaia di incidenti l’anno sono attribuibili direttamente o
indirettamente a pneumatici non idonei. Pneumatici in buone condizioni e
costruiti con i moderni dettami tecnologici garantiscono anche un
importante risparmio di carburante, alcune case costruttrici ritengono
che tale risparmio arrivi fino al 20%
Simone Pavarin |
|