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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • THEMA FERRARI

  • PNEUMATICI E SICUREZZA

di Simone Pavarin

La Lancia è una delle più prestigiose case automobilistiche italiane, nata a Torino del 1906, si fuse nel 1987 con l’Alfa Romeo creando il marchio Alfa-Lancia che, a sua volta, verrà assorbito qualche anno dopo dal Gruppo Fiat. Sin dalla prima vettura costruita nel 1908, la famosa “12 HP”, si intuirono le potenzialità dell’azienda che fin da subito si distinse per operare fuori dagli schemi. 

La 12HP con motore a quattro cilindri da 2500 centimetri cubici  raggiungeva i 1800 giri al minuto, molti per quel tempo, aveva anche la peculiarità della trasmissione, non con la tradizionale catena, bensì a cardano, un’innovazione importante per l’epoca. La Lancia, alla vigilia del primo conflitto mondiale venne decretata Stabilimento Ausiliare di Guerra, per cui ogni sua attività doveva favorire lo sforzo bellico, questo sulla scorta dell’esperienza della fornitura di ottimi mezzi corazzati della Guerra di Libia qualche anno prima.

Una doverosa introduzione per collocare in modo preciso un prodotto concepito all’interno di quest’azienda che ha fatto sognare un’intera generazione negli anni ’80, la mitica “Thema Ferrari”. La Lancia Thema fu di per sé una vettura ben strutturata tant’è che se ne produssero almeno tre serie tra il 1984 al 1994. Ottimo design, finiture di pregio, predisposta per qualsiasi optional del periodo come il climatizzatore o il telefono veicolare integrato nel poggia braccio del conducente. Oltre una semplice automobile, un vero status symbol per la classe media italiana emergente. Un’ammiraglia a cui però mancava ancora qualcosa per essere realmente competitiva con le sorelle maggiori europee come le berline di casa BMW o Audi. Sotto quest’aspetto la svolta si ebbe con la grande intuizione di produrre una versione che non montasse il tradizionale motore Fiat, bensì il cuore della vettura sportiva per eccellenza, l’automobile che tutto il mondo ci invidia la Ferrari. Il motore più idoneo si individuò nel V8 3.2 della Ferrari Mondial che però venne modificato per installarlo anteriormente alla Thema, nacque così la Lancia Thema 8.32, ribattezzata immediatamente dagli appassionati del settore in Thema Ferrari. Per quanto riguarda le modifiche apportate al propulsore, innanzitutto, venne ridotta la sua cilindrata a “soli” 3000 centimetri cubici che poteva sviluppare una potenza anteriore di ben 215 cavalli, per quegli anni la più alta in assoluto. Sotto questo aspetto si aprì una piccola diatriba, si ritenne che la trazione anteriore per una tale potenza era sprecata, per cui si valutò la possibilità della trazione integrale allora in voga su veicoli di alta gamma, idea che però non prevalse. Velocità massima 240 Km/h, con una  accelerazione da 0 a 100 in soli 7 secondi, la Thema Ferrari unì confort a standard meccanici elevati.  Anche le sospensioni vennero riviste per garantire quella stabilità e sicurezza di guida tipica della più tradizionale Lancia Thema. Il tutto montato su di un pianale che ha avuto un ottimo successo per dettami costruttivi tant’è che venne utilizzato anche per altre ammiraglie come l’Alfa 164 o la Saab.  Un motore top di gamma non poteva che essere accompagnato da interni di primordine. Pannelli in radica, abitacolo totalmente rivestito in pelle sono solo due esempi dello sfarzo interno. Il design esteriore era il medesimo della versione tradizionale se non per un particolare non trascurabile, lo spoiler retrattile. Il conducente poteva comandare la fuoriuscita di uno spoiler dal cofano posteriore con funzioni squisitamente aerodinamiche. Per alcuni questa ha rappresentato una forzatura nell’estetica che ha rischiato di compromettere la raffinatezza della vettura.

Della Thema Ferrari ne sono state prodotte circa 3000 unità, ad un costo base di 56 milioni di vecchie lire, circa 28.000 Euro attuali, un bel gruzzoletto per la metà degli anni ’80.

Sembra che anche l’Avvocato Gianni Agnelli apprezzò questa vettura ma se ne fece costruire una personalizzata, su carrozzeria station wagon anziché berlina forse perché, conoscendo la rinomata eleganza dell’Avvocato, per evitare proprio quell’indelicato spoiler posteriore.

Gli appassionati del settore ritengono che oggi la Thema Ferrari possa valere tra i 10.000 e 15.000 Euro, un investimento che tra qualche anno potrebbe lievitare visto il crescente interesse da parte dei collezionisti.

(S.P.)


PNEUMATICI E SICUREZZA
Quando vediamo una vettura le prime cose che si notano sono la carrozzeria, le forme, i colori, a volte gli interni e gli optional. Il pneumatico è l’elemento che meno ci attrae, perché, ad un occhio inesperto “tutte le ruote sono uguali”. In realtà gli pneumatici o gomme o copertoni, come dir si voglia, sono il frutto di ricerche ingegneristiche avanzatissime ed hanno l’essenziale funzione di far aderire al meglio la vettura all’asfalto. Questa rivoluzionaria invenzione è da attribuire a John Boyd Dunlop che nel 1988 intuì l’importanza di ricoprire le ruote con uno strato di gomma per assorbire gli urti, garantire attrito, stabilità e controllo del veicolo. Il grande inventore scozzese, che in vita non ebbe grande fortuna a causa di controversie burocratiche legate ai brevetti depositati, lo ricordiamo per aver applicato la prima ruota pneumatica ad un triciclo, quello del figlioletto. Gli pneumatici oggi sono utilizzati su quasi tutti i mezzi che viaggiano su strada, dalle biciclette ai camion. In origine erano di colore bianco, poi banco e nero, infine oggi sono esclusivamente di colore nero.

Lo pneumatico è costituito da vari strati. Il primo strato, quello visibile, che è a contatto con il pavimento stradale, è il battistrada. L’elemento caratteristico del battistrada è il disegno, che varia in base al numero ed alla profondità delle scanalature presenti. Più profonde e numerose sono le scanalature più lo pneumatico è drenante, ovvero permette una forte aderenza. I due tipi opposti di battistrada sono quelli da motocross, nei quali la profondità ed il numero di scanalature forma i così detti “tacchetti” ed i battistrada tipici da Motomondiale, caratterizzati dalla completa assenza di intagli. Visto che il battistrada è determinante per l’aderenza, a livello legislativo esistono norme che indicano lo spessore minimo sotto il quale si è sanzionabili.
Subito sotto il battistrada è presente il “pacco cintura”, una serie di fili d’acciaio intrecciati che garantiscono compattezza e maggior resistenza al battistrada stesso. E’ tipico vedere questi fili d’acciaio sporgere nei pneumatici ormai completamente consumati. Il “fianco” del pneumatico è uno strato molto importante che protegge il pneumatico stesso dagli agenti atmosferici e dagli agenti chimici. Andando ancora in profondità vi è la “carcassa” con la funzione di trasmissione di forze tra la ruota e il terreno. Lo strato più interno del pneumatico è costituito dal “tallone”, che garantisce l’aderenza al cerchione.
Gli pneumatici si possono suddividere in tre grandi famiglie: quelli con camera d’aria, senza camera d’aria e pieni. Nei primi due tipi sotto il battistrada è imprigionata aria compressa che permette l’adattamento del pneumatico al terreno. Per quanto riguarda gli pneumatici pieni propriamente detti, hanno avuto un certo successo in passato, oggi però sono quasi del tutto in disuso.
Come accennato il ruolo della tecnologia nella costruzione del pneumatico è fondamentale, ma la stessa tecnologia permette anche di riparare gli pneumatici, sia in modo permanente che solo in caso d’emergenza. In questo secondo caso esistono schiume che iniettate nella gomma riescono a tamponare il foro, solo per i pochi minuti necessari a raggiungere i soccorsi, anche perché lo pneumatico si danneggerà inesorabilmente.
La sicurezza su strada dipende molto oltre che dal tipo di pneumatico anche dalla sua manutenzione. E’ importante circolare con pneumatici non usurati, ma altrettanto importante è che questi siano anche adeguatamente gonfiati come consiglia la casa costruttrice. Dati ASSOGOMMA e FEDERPNEUS, due tra le più importanti associazione di settore denunciano che almeno la metà delle vetture in circolazione viaggiano con pneumatici sottogonfiati. Il nemico più temuto per la sicurezza è certamente il fenomeno dell’ “acquaplaning”, ovvero la perdita di aderenza delle ruote determinato dall’azione congiunta della pioggia e di pneumatici non efficienti. Un dato inequivocabile è quello per cui migliaia di incidenti l’anno sono attribuibili direttamente o indirettamente a pneumatici non idonei. Pneumatici in buone condizioni e costruiti con i moderni dettami tecnologici garantiscono anche un importante risparmio di carburante, alcune case costruttrici ritengono che tale risparmio arrivi fino al 20%
 

Simone Pavarin

 


 

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