TOYOTA PRIUS: l’ibrida
giapponese
di Elena Centolani
Il lancio del primo modello avvenne
in Giappone nel 1997 ed è tra le più vendute al mondo tra le vetture
ibride. La Toyota Prius.
Nel 2004 è giunta alla seconda generazione.
In Europa nel 2005 è stata giudicata auto dell’anno.
L’auto possiede due motori: uno a benzina e
l’altro elettrico. Un sistema di oltre quaranta centraline controlla il
consumo delle batterie in relazione all’uso del propulsore elettrico e
comanda l’accensione o la pausa del motore tradizionale, riducendo al
minimo gli sprechi energetici.
Cuore pulsante della Prius è il sistema
Hybrid Sinergy Drive (HSD), parsimonioso e fruibile, che permette
l’ottimizzazione nella produzione e nell’uso dell’energia tra i due
motori, per recuperare i normali sprechi energetici di un’auto
tradizionale, e che soprattutto permette all’auto di continuare la sua
marcia nonostante la carica sia terminata.
L’emissione di anidride carbonica è di 104
g/km per tragitti interurbani. In tragitti misti sono state rilevate
emissioni pari a 128 g/km. Da ferma il motore della Prius è sempre
spento, riaccendendosi con la semplice pressione dell’acceleratore.
Dall’estate 2009 è disponibile la Prius III
che presenta un’abitabilità maggiore rispetto alle precedenti versioni,
dovuta a un miglior sfruttamento dello spazio interno.
La cilindrata è passata da 1.5 litri a 1.8
litri con motore a ciclo Atkinson (motore alternativo a combustione
interna, con un manovellismo dell’albero motore modificato per
bilanciare una diminuzione di potenza con un’efficienza maggiore),
mentre la parte elettrica e la gestione del sistema ibrido HSD ha
consentito di aumentare l’efficienza e quindi l’economia di carburante.
In questi ultimi 15 anni i progressi del
doppio motore sinergico sono stati notevoli, ma la vera e propria
rivoluzione sta nel fatto che la Toyota Prius si ricarica dalla rete
elettrica di casa, e può percorrere fino a venti chilometri ad emissioni
zero.
C’è chi pensa che con l’ibrido si risparmia
solo in città; questa affermazione è vera per le auto elettriche/benzina
come le conoscevamo fino ad oggi. Grazie alla riserva di energia
accumulata dalla spina si viaggia in modalità elettrica fino a 105 km/h
Se non si pretende una guida sportiva,
verranno apprezzati la prontezza di sterzo, e la piacevolezza del modulo
ibrido, quando si seleziona il “Power mode”. A causa del coricamento
laterale è sconsigliabile aumentare il ritmo.
Un messaggio di benvenuto a bordo avvisa
quando le batterie hanno fatto il pieno di energia.
Le plastiche interne non sono morbidissime
ma risultano ben assemblate, e danno alla plancia un aspetto futuristico
e ordinato, anche se è indiscutibile una certa difficoltà nei comandi e
nelle schermate.
Il taglio aerodinamico della parte
posteriore limita molto la visibilità in fase di parcheggio, anche se
sono previsti i sensori e, a scelta in alcune versioni, la telecamera.
Le lamiere avvolgenti e l’assenza di protezioni espongono al rischio
graffi e ammaccature.
Di serie i cinque sensori di cintura
allacciata e i sette airbag, compreso quello per le ginocchia del
guidatore.
Per il listino bisognerà comunque aspettare
la commercializzazione che si prospetta per il 2012.
Elena Centolani |