TRASPORTO ECOLOGICO
di
Simone Pavarin
Ecologia e trasporto sono due settori che fino a pochi
anni fa sembravano totalmente incompatibili, anzi addirittura
alternativi.
Quando si pensava al trasporto, immediatamente, almeno in
Italia, si immaginavano lunghe colonne di veicoli che, con i loro motori
alimentati a combustibile di origine fossile (petrolio), inquinavano
pesantemente l’ecosistema con tutti i rischi derivanti per la salute
dell’uomo. Questa fosca immagine sembra oggi indebolirsi grazie ad una
nuova sensibilità verso l’ambiente, ma soprattutto grazie ad un dato di
fatto inequivocabile: il petrolio, oltre ad inquinare, costa troppo con
incredibili oscillazioni di prezzo che dipendono da numerosi fattori tra
cui lo sviluppo delle economie emergenti, Cina in testa e l’ instabilità
geopolitica delle aree nelle quali si trovano i giacimenti di “oro nero”
più importanti del Pianeta, si pensi ad esempio all’Iraq, all’Iran e a
tutto il resto del medio oriente.
Tale situazione ha portato non solo i governi, ma
principalmente le case automobilistiche, alla forsennata ricerca di
fonti di energia alternative o preferibilmente “rinnovabili”, così
definite perché il loro esaurimento è talmente lontano nel tempo che
sono considerate quasi “eterne”, si pensi ad esempio all’energia solare.
Alcuni studiosi hanno proposto di alimentare i motori dei
veicoli con le più fantasiose forme di energia: dall’eolico,
all’idrogeno, ad oli di origine vegetale poco inquinanti, fino ad
arrivare alla più fattiva soluzione: l’energia elettrica. Veicoli
elettrici ad oggi, inizio 2011 sono già in commercio; le
multinazionali del settore come Peugeut, Mercedes, Toyota, solo per fare
alcuni nomi, stanno già pubblicizzando veicoli che promettono
performance simili alle auto alimentate con carburanti di origine
fossile e con costi solo leggermente superiori.
Ed è proprio la questione dei costi che, si suppone,
favorirà il nascere di nuovi mercati come ad esempio quello del
noleggio a lungo termine dei veicoli, già praticato dalla Smart o, forse
il più interessante, il mercato della produzione del nuovo
“combustibile” da utilizzare per i motori elettrici: le batterie
ricaricabili.
In questa sede si è deciso di analizzare una di queste
futuristiche ed ecologiche vetture: la Nissan Leaf (foglia in inglese
che già indica la sua attitudine al rispetto dell’ambiente), un’ auto
totalmente elettrica quindi ad emissioni dannose pari a zero, risultato
di un’ alleanza tra la casa giapponese e la Renault.
La prima domanda spontanea è: “com’ è alimentato il
motore?”. Semplicemente il motore della Nissan Leaf è alimentato da
batterie ricaricabili al litio poste sotto il pianale che, oltretutto,
conferiscono al veicolo maggiore stabilità. Batterie queste ricaricabili
tramite un apposito dispositivo ad alta velocità che permetterebbe “un
pieno” in non più di mezz’ora.
Per quanto riguarda l’autonomia, la Leaf, a batterie
cariche, potrebbe percorrere fino a 160 Km con punte di velocità pari a
140 Km/h, dati questi sicuramente degni di una più tradizionale vettura
alimentata a combustibili di origine fossile. Per completare questa
breve scheda tecnica ricordiamo le misure della vettura: lunghezza 4445
mm, larghezza 1770 mm altezza 1550 mm.
Questo “gioiellino” nipponico è classificato come berlina
media e la sua produzione già iniziata in Giappone, probabilmente
toccherà il suo picco nel 2012 quando secondo la stessa Nissan il
mercato delle “elettriche” avrà raggiunto una certa maturità. La casa
giapponese, infatti, prevede che entro il 2016 il 10% delle sue
vetture prodotte, sarà ad emissioni zero. Dati molto incoraggianti,
soprattutto se forniti da uno storico marchio automobilistico, che fanno
presagire, nel prossimo ventennio, un enorme abbattimento nell’uso del
petrolio come fonte di energia nel settore del trasporto. L’innovazione
della Leaf è stata suggellata con l’elezione ad “auto dell’anno 2011”
che ha visto la vettura nipponica precedere di pochi punti l’italiana
Alfa Romeo Giulietta.
Simone Pavarin |
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