di Ernesto De Benedictis
Il gigantesco trimarano che naviga
impiegando solo energia solare continua la sua crociera per solcare
nuovi mari.
Dopo aver percorso in lungo e in largo
l’oceano Atlantico e Pacifico continua la sua circumnavigazione
attraverso l’oceano indiano, arrivando dopo varie tappe a Singapore.
Nella città del futuro ha sostato per due
settimane ed è stato sottoposto ad un check-up completo. Poi levati gli
ormeggi a ripreso il largo alla volta della Malesia stabilendo un nuovo
primato di percorrenza con energia solare.
Non contento dell’impresa, l’equipaggio ha
continuato senza soste raggiungendo in breve tempo la Tailandia e dopo
un rifornimento di scorte ha proseguito alla volta della misteriosa
India.
Le ultime tappe prevedono la traversata del
mediterraneo che terminerà la prossima primavera a Montecarlo.
Il maxi-trimarano dal design avveniristico
rappresenta un ibrido tra un uccello marino e una nave spaziale, ha un
becco che fuoriesce da un corpo a tre scafi coperti da 38.000 celle
disposte su 537 metri quadrati di pannelli solari che producono una
velocità media di circa 16 nodi.
Alla base della meravigliosa idea della
Planet Solar vi è stata soprattutto la voglia di affrancarsi dalle
energie fossili i cui effetti nocivi sull’atmosfera preoccupano sempre
più ricercatori e ambientalisti e anche il forte desiderio di
dimostrare al mondo che abbiamo già la tecnologia necessaria per la
sostenibilità.
L’elaborazione del trimarano fotovoltaico è
stata finanziata dall’imprenditore tedesco Stroher con un progetto
della Nuova Zelanda che si è concluso con l’assemblaggio e costruzione
in Germania .
L’esperimento del giro del mondo con solo
quattro persone di equipaggio, che oltre alla conduzione hanno l’arduo
compito di monitorare le prestazioni dei pannelli solari e delle
batterie al litio per l’immagazinamento, servirà a dimostrare che
l’energia solare può alimentare il trasporto marittimo dei prossimi
anni.
DATI TECNICI IN PILLOLE:
Lunghezza: 31 metri
Lunghezza con flaps: 35 metri
Larghezza: 15 metri
Larghezza con alette : 23 metri
Altezza: 6,10 metri
Peso: 95 T
Pescaggio: 1,55 metri
Superficie fotovoltaica: 537 mq
Potenza fotovoltaica: 93,5 kw
Autonomia: senza fine
Velocità media: 16 nodi
(E.D.B.)
Una new entry nel panorama elicotteristico: l’AW
189
L’italiana AgustaWestland ha di recente completato la progettazione del
nuovo elicottero da trasporto per impiego commerciale AW 189, derivato
dal precedente modello militare AW 149.
L’AW 189 è un biturbina della serie 8 tonnellate che verrà prodotto con
due configurazioni: una con pitching che consente il trasporto di 16
passeggeri; l’altra con pitching high density per il trasporto di 18
persone.
L’avionica, la cellula spaziosa, l’impianto propulsivo, la capacità di
autonomia dell’AW 189 saranno il fiore all’occhiello che permetterà
l’utilizzo del mezzo sia nel settore sanitario, sia in quello della
ricerca e soprattutto nel trasporto per i collegamenti off-shore di
lungo raggio.
L’equipaggiamento motoristico sarà composto da due turbine General
Electric CT7-2E1 della potenza di 2000 es hp che permetteranno una
velocità di crociera di circa 280 km/h, con una autonomia a pieno carico
di 270 km.
Tra le novità da sottolineare in questo modello è il glass cockpit a
quattro schermi che andrà a corredare l’avionica elicotteristica.
I test di volo sono stati effettuati alla fine dell’anno trascorso, con
due prototipi. Il primo prototipo è servito per verificare i sistemi di
base, il sistema avionico e gli equipaggiamenti. Con il secondo si sono
valutati i programmi di carico.
Le risposte iniziali dei test sono stato positive e questo ha permesso
alla casa costruttrice la stipula di numerose commesse con i principali
operatori del settore.
Le certificazioni civili per l’elicottero AW 189 sono previste per il
2013 e le prime consegne con l’entrata in servizio per l’anno seguente.
L’AW 189 fa parte della classe degli elicotteri di nuova generazione che
include i modelli AW 169 e AW 139, che possiedono elevate prestazioni,
caratteristiche di sicurezza , layout di cabina molto ampi, nuovo design
e facile manutenzione.
Questi modelli permetteranno risparmi sui costi di gestione, di
formazione e di manutenzione e saranno la rampa di lancio per uscire
dalla crisi che sta affrontando il settore in questi ultimi anni.
Ernesto De Benedictis |