Il Tuning in Italia, quale futuro?
di Liana Marovelli
Per raccontare il
Tuning occorre soffermarsi sul significato della
parola con la quale si intende l’“arte” di
apportare delle modifiche al proprio mezzo di
trasporto rispetto agli standard della produzione
di serie al fine migliorare, incrementare le
prestazioni o personalizzarlo e renderlo unico
rispetto a tutti gli altri.
Siamo passati dal
Medioevo del tuning senza alcuna sensibilità verso
l’inquinamento e la sicurezza a case costruttrici di
livello artigianale che pur rispettando le norme UE
cercano di creare veicoli più originali possibili.
A livello europeo ci
sono Stati come la Germania, dove il tuning è
considerato quasi come una “religione”, o
l’Inghilterra e la Svizzera dove è una passione che
non ha confini .
Il concetto base del
tuning cioè quello di creare un veicolo unico nel
suo genere anche stravolgendo la linea degli interni
e della carrozzeria dell’auto originale, non ha
trovato lo stesso numero di estimatori in un Paese
come l’Italia che è la patria dei grandi stilisti e
carrozzieri e ha un Codice della Strada molto
attento alle modifiche, che obbliga i tuners a
sottoporre i loro veicoli ad un esame del
Dipartimento dei trasporti terresti anche solo per
poter utilizzare un certo tipo di alettone o uno
particolare spoiler.
Infatti, le uniche
modifiche in piena legalità e senza vincoli
burocratici sono le aereografie sulla carrozzeria
dei vecoli, i vetri colorati, gli interni e
l’impianto audio.
Il tuning è nato
negli Stati Uniti intorno agli anni ’60 e solo in
un secondo momento raggiunse l’Europa e,quindi,
l’Italia diventando un modo di farsi “ammirare” e
notare riconosciuto il tutto il mondo.
Durante gli anni
’60, in Italia iniziamo a circolare le prime auto
“elaborate” nate nella carrozzeria Abarth.
Il boom economico,
inoltre, permise la creazione i veicoli dalle
“forme” più diverse e con caratteristiche che sono
lo specchio dei gusti e delle preferenze dei singoli
proprietari disegnate da famosi car designers e
carrozzieri quali Giannini, Bertone, Pininfarina,
Giugiaro et al...
Le storie di Fiat,
il più grande gruppo automobilistico italiano,
Ferrari e Lamborghini (marchi di veicoli sportivi
più famosi del mondo), si intrecciano, infatti, con
la collaborazione di due storiche carrozzerie
torinesi, Bertone e Pininfarina.
L'atto di nascita
della Bertone risale al novembre del 1912, quando
Giovanni Bertone, all'età di 28 anni, apre a Torino
un'officina di "carradore", ovvero di riparazione e
costruzione di carrozze a trazione animale.
All'inizio del Novecento a Torino le automobili sono
rare.
Il traffico stradale
è ancora dominato dalle carrozze: quelle costruite
dal giovane Bertone si impongono subito per
l'accuratezza della lavorazione, la robustezza e la
qualità costruttiva.
Nel 1914 nasce Giuseppe
Bertone, sarebbe diventato la firma di uno dei
grandi maestri dello stile italiano nel mondo.
La Bertone deve
superare il primo trauma con lo scoppio della guerra
mondiale che rappresenta un momento di forte crisi
per la nascente industria italiana e quindi anche
per Giovanni Bertone, che è costretto a sospendere
l'attività.
Con la fine del
conflitto la ripresa è dura e bisogna arrivare agli
anni ‘20 per vedere iniziare nuovamente la
costruzione di automobili.
Con la Fiat 501
Sport Siluro Corsa, inizia il filone sportivo della
carrozzeria.
Le collaborazioni
più importanti sono con le due Case torinesi più
note: Fiat e Lancia. Vincenzo Lancia riconosce il
valore di Giovanni Bertone ed è la prima
opportunità, per Bertone, di realizzare piccoli
volumi di vetture speciali su meccanica di serie.Le
linee delle carrozzerie si evolvono, perdono le
spigolosità delle antenate e si evidenzia
l’eleganza, la raffinatezza e l’originalità delle
prime automobili moderne.
Arriviamo al
1934, quando la
carrozzeria torinese realizza la Fiat 527S Ardita
2500, che rappresenta un punto di svolta
nell'architettura del car-design con dettagli
interessanti e la sorprendente Fiat 1500 Torpedo,
che presenta soluzioni costruttive mai viste prima,
quali la capote a scomparsa totale all'interno del
corpo vettura. La Seconda guerra mondiale, rallenta
la produzione, ma continua l'allestimento di
veicoli civili (autocarri) e militari di vario tipo
come l'ambulanza su meccanica Lancia. Superata la
guerra inizia una lenta e faticosa opera di
ricostruzione. La grande industria riprende poco
alla volta i ritmi di produzione e rinasce anche
l'attività dei carrozzieri. Bertone firma il
prototipo dell'Alfa
Romeo
Giulietta Sprint, che, presentata al Salone
di Torino nel 1954, fa salire la richiesta fino a
quasi 40.000 esemplari dal 1954 al 1965.
Il rapporto fra Bertone e
Alfa
Romeo trova la sua espressione creativa più alta
con le nuove frontiere dell'aerodinamica e del
car-design.
Gli anni Sessanta
si chiudono con la nascita di una nuova
collaborazione industriale destinata ad entrare
nella storia dell'automobile, quella con Ferruccio
Lamborghini.
Al Salone di Torino
del 1970, viene presentata la Stratos Zero dando
l’esempio di un nuovo modo di concepire lo stile,
imponendosi come una sintesi senza tempo di
architettura, scultura e design industriale. L'anno
seguente, Bertone disegna la Lancia Stratos
Stradale, una berlinetta compatta destinata ad usi
prevalentemente agonistici, che infatti si coprirà
di gloria in diverse edizioni del Campionato
Mondiale Rally.
L’altra storica
carrozzeria artigianale che si intreccia con la
nascita del tuning e con realtà automobilistiche è
la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina da cui
nascono vetture speciali per clienti esigenti e
facoltosi e permette l’esordio del nostro made in
Italy nel mondo.
Pininfarina inizia
la sua attività lavorando sui telai Lancia, nel
1963 Pininfarina progetta e realizza una Galleria
del vento per prove di autoveicoli in grandezza
naturale per studiare gli effetti aerodinamici
relativi al design.
Una caratteristica
fondamentale nell’Azienda Pininfarina è quella di
aver avuto un gruppo di progetto ricambiato con
equilibrio e continuità e formato da persone che
hanno dato un impronta omogenea all’azienda,
appronfondendo, ad esempio sia alcuni importanti
aspetti tecnici, come:
-
l’interesse per il
materiale da utilizzare nella sostituzione vari
parti delle auto,
-
l’aereodinamicità,
-
i disegni delle auto
tracciati sia da stiliti che da ingegneri
sia aspetti di
tipo generale come :
-
l’impegno nello studio
di vetture di ricerca nel settore della sicurezza
come una Formula più Uno sicura progettata nel
’68, presentata nel ‘69 al Museo dell’Automobile di
Losanna e tutt’ora esposta
-
lo studio del riciclo
e dei materiali alternativi.
La
Pininfarina, ultimamanete si è dedicata,
innanzittutto, a all’innovazione e alla ricerca:
crea prima il centro di Calcolo e Disegno e passa
alla costruzione di una Galleria del Vento in
scala naturale utile per lo studio e la
progettazione automatizzata delle carrozzerie e
delle fasi di design di veicoli, ma anche di
caravan.
A distanza di anni
la Collezione Pinin vanta vetture storiche, pezzi
unici o prodotti in piccola serie, vetture di più
grande serie, modelli di stile e prototipi di
ricerca presenti in Italia e all’estero . Ogni
vettura ha un suo significato, creativo, tecnico,
industriale, anche sentimentale.
....Qualche
esempio: la Lancia Astura Bocca Cabriolet del 1936
simboleggia l'eleganza e la qualità costruttiva
delle automobili del primo periodo della Società; la
Cisitalia 202 Berlinetta del 1947 rappresenta il
segno della consacrazione internazionale del
Fondatore come designer ed è stata la prima vettura
al mondo a entrare a far parte permanentemente di un
Museo d'Arte Moderna, il MOMA di New York.
Negli anni ’80 passa
a produrre intere vetture tra le prime la Fiat
Campagnola e l’Alfa ROMEO 33 Giardinetta. Sempre in
questi anni inizia la collaborazione con l’Honda e
Jaguar.
Nel 1952 avviene un
importante incontro tra due importanti marchi la
Ferrari e la Pininfarica che ha garantito auto
esteticamente e tecnicamente eccezionali.
Importante
sottolineare che le automobili granturismo, le
sportive ed i prototipi di ricerca Ferrari ”vestiti”
da Pininfarina che ci permettono di ammirare i pregi
tecnici e stilistici della casa costruttrice
torinese.
Anche la Fiat, come casa costruttrice
ha sviluppato autonomamente interessanti studi di
design. Per esempio la Fiat 500A la mitica "Topolino", nata
nel 1936, è stata sottoposta ad importanti modifiche
stilistiche arrivando ai modelli 500B, 500C e 500
“Giardiniera” ottenendo, quindi, un grande
successo di vendite in Italia.
Anche
la nuova 500 nata nel 1957, ebbe, grazie al Centro
Studi Fiat una notevole evoluzione stilistica.
Nel
1959, infatti, la Fiat apporto' una modifica che ne
aumento’ a quattro la portata delle persone,
introdusse lo schienale posteriore ribaltabile e
aumentò la potenza del motore. Un ulteriore
notevole passo avanti nel design della Fiat Nuova
500 avvenne nel 1965 quando l’azienda presentò
l’auto con le portiere incernierate anteriormente e
non più posteriormente, con i famosi tubi sui
paraurti, i sedili divennero reclinabili, il
pavimento fu rivestito di moquette e le tasche sulle
portiere.
Tutta
questa evoluzione dell’aziende automobilistiche e
delle Carrozzerie che collaborano con loro ha
portato l’auto ad essere un “oggetto” quasi
artistico con specifiche caratteristiche di design
esterno ed interno, e con una spiccata
“personalità”.
In
Italia, patria dei grandi Carrozzieri, tutto ciò ha
relegato il tuning ad una posizione marginale
rispetto ad altri Paesi europei o mondiali, anche a
causa delle restrizioni del nostro Codice stradale.
Ai
raduni dei Tuners, infatti, capita spesso di vedere
auto radicalmente modificate nel design interno e
nell’impianto audio con amplificatori, neon, led e
faretti degni di una discoteca. Raramente, però,
capita di vedere auto modificate nel design esterno
in modo così radicale anche se possono risultare
molto vistose con aereografie particolarmente
artistiche.
Liana
Marovelli
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