Tutela Ambientale: politiche e management
di Giuseppe Abbate
Premessa
L’afflusso delle popolazioni verso le città iniziato già dai primi anni
del secolo scorso e lo sviluppo industriale ha prodotto come
contropartita di un’attività sempre più intensa e in evoluzione,
criticità ambientali che vanno dall’inquinamento atmosferico
all’inquinamento delle acque; le diverse criticità sono caratterizzate
da propri fattori specifici spesse volte interagenti tra loro.
La
natura delle sostanze inquinanti che variano a seconda le fonti
considerate:
·
trasporti (automobili, ferrovie, aerei)
·
riscaldamento domestico ed urbano
·
attività industriali (chimiche,
petrolifere, del gas, siderurgiche, etc.),
una volta liberate nell’atmosfera sotto forma di scorie, gas o
particelle fini, o riversate nelle acque sotto forma di sostanze
tossiche, producono secondo una legge temporale difficilmente valutabile
in quanto influenzata da molteplici parametri, effetti dannosi sia sulla
salute dell’uomo, che sulla flora e la fauna e in particolare sulla
produzione agricola.
Politiche ambientali
Se
la disponibilità di fonti energetiche qualitativamente idonee e
quantitativamente sufficienti è da considerarsi il fattore principale
del benessere economico e quindi dello sviluppo sociale dei Paesi
industrializzati, è pur vero che tale situazione non è riscontrabile nei
Paesi poveri dove la strada dello sviluppo necessita di quantità sempre
maggiori di energia.
Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che il ciclo
energetico è il principale anche se non l’unico responsabile
dell’emissione di agenti inquinanti e quindi del degrado ambientale, di
fatto, le problematiche collegate alle fonti di energia, divenute sempre
più ricorrenti nei dibattiti sullo sviluppo dei vari Paesi, sono
essenzialmente riconducibili a tre macro aspetti:
·
ecologico: salvaguardia dell’ambiente,
riduzione dell’effetto serra
·
sociale: garanzia di un vita sana e
gradevole delle popolazioni
·
economico: approvvigionamento di materie prime
in quantità sempre maggiori,
di
fatto correlati tra di loro.
Infatti, lo stile di vita qualitativamente gradevole è sinonimo di un
ambiente sano oltre che di sistemi di trasporto veloci o impianti di
riscaldamento efficienti, che a loro volta hanno bisogno di processi
industriali sempre più intensi che richiedono all’origine fonti
energetiche notevoli.
La
crescita in termini socio-economici di un qualsiasi Paese, essendo gioco
forza sorgente di possibili conseguenze per l’ambiente antropizzato,
deve principalmente essere basata su una politica energetica costruita
sull’analisi costi/benefici, in altre parole:
·
tendenza ad una riduzione dell’uso ‘energia’
a parità di benefici ottenuti
·
utilizzazione di fonti che a parità di costo di
approvvigionamento e trasformazione possono indurre il minimo danno
ambientale.
Si
desume da queste interazioni come l’aspetto ecologico sia l’elemento più
delicato dell’intero meccanismo di sviluppo, anche perché se da una
parte è impossibile risanare quanto distrutto nel corso dei decenni
passati sia in termini di risorse naturali depauperate che
d’inquinamento prodotto, dall’altra parte sussiste però la necessità di
adottare provvedimenti efficaci per prevenire e/o limitare future
conseguenze nocive se non catastrofiche quali l’effetto serra.
Tra questi due estremi si trovano l’aumento della popolazione e la
domanda sempre più elevata di sviluppo tecnologico ed industriale da
parte dei Paesi non industrializzati.
Dal punto di vista economico il mercato dell’energia può senza dubbio
essere considerato differente dagli altri mercati delle materie prime,
in virtù del fatto che l’energia è un bene strategico essenziale ed
anche commercializzabile su un circuito internazionale, ove sono
presenti tutti i prodotti energetici e non solo quelli petroliferi.
Ogni singolo Paese si ritrova così a dover coniugare l’influenza delle
economie di mercato con l’esigenza di adottare:
a)
azioni economiche, valide per mantenere degli
approvvigionamenti sufficienti alle esigenze interne;
b)
azioni di politica
internazionale, in quanto le fonti di approvvigionamento sono in maggior parte
situate in zone geograficamente sensibili anche dal punto di vista
geo-politico, come il Medio Oriente o i paesi della ex Unione Sovietica.
Per tali motivi gli obiettivi da perseguire in tempi non sicuramente
lunghi dovrebbero indirizzarsi verso:
Ø
la salvaguardia
ambientale, intesa non come barriera allo sviluppo, ma come elemento della
politica energetica;
Ø
lo sviluppo di risorse, all’interno dei singoli Paesi,
soprattutto per le fonti rinnovabili che consentirebbe tra l’altro di
ridurre il valore della cosiddetta vulnerabilità energetica.
Quest’ultima grandezza che da tempo ha assunto valori elevati per
esempio per l’Italia tanto che per ridurre il rischio di interruzione
dell’approvvigionamento elettrico si è dovuto far ricorso alle
importazioni di energia elettrica dall’estero.
Tra le fonti energetiche provenienti da fonte rinnovabile, in questo
momento, la conversione fotovoltaica dell’energia solare appare come la
tecnologia più promettente per la produzione di energia elettrica su
scala significativa.
L’utilizzo di tale tecnologia, grazie anche alla tipologia di
realizzazione degli impianti costituiti da unità modulari tra loro
collegate meccanicamente ed elettricamente,ha prodotto delle ricadute
molto positive nei settori:
a)
della produzione di
energia elettrica, con rilascio nullo di inquinamenti nell’aria e nell’acqua
b)
industriale, con produzione dei moduli base
delle celle fotovoltaiche di diversa tipologia, di dispositivi
elettronici innovativi, etc.
c)
dei servizi:
·
produzione di acqua per usi potabili
mediante la dissalazione dell’acqua marina o salmastra; con impianti
modulari di facile installazione anche in piccole isole o villaggi
isolati dei Paesi in via di sviluppo;
·
produzione di acqua per usi irrigui nei
Paesi dove più alti sono i livelli di insolazione;
·
riscaldamento di unità abitative o
scuole;
d)
della ricerca scientifica, indirizzata allo sviluppo di nuovi
materiali e dispositivi necessari per la produzione industriale delle
celle fotovoltaiche.
Non meno importanti sono certamente le altre fonti rinnovabili di
energia come quella:
1)
idrica, la quale in quasi tutti i Paesi
industrializzati occupa un ruolo preminente.
Le
centrali di tipo idroelettrico se da un lato hanno il vantaggio di
adottare tecnologie che si sono evolute nel corso degli anni, dall’altro
sono limitate dalla mancanza di siti idonei e dall’accentuata
antropizzazione dei territori; tale discorso non vale peraltro nei Paesi
emergenti dove l’utilizzo delle abbondanti risorse ancora disponibili è
limitato in particolar modo da un’inefficiente o inesistente sistema
tecnologico di trasmissione dell’energia elettrica.
2)
della biomassa, caratterizzata da una stretta connessione fra
problemi energetici ed ambientali, proveniente sia dagli scarti e dai
residui delle produzioni alimentari ed agricole, che da colture
energetiche di tipo innovativo o tradizionale.
Va
rilevato che a fronte di una svariata gamma di tecnologie esistenti sul
mercato che possono essere utilizzate per la trasformazione e
l’utilizzazione della biomassa, esistono di contro i requisiti che le
nuove colture energetiche devono necessariamente possedere:
·
tasso elevato di produttività
·
ottima qualità dei prodotti
·
sviluppo rapido e quindi adattabilità ai
vari habitat,
che associati alla carenza di normative sull’uso e la gestione della
fonte stessa ne hanno di fatto limitato lo sviluppo.
1)
eolica, che ha il pregio di avere costo
nullo di combustibile come la fotovoltaica e conseguenze inesistenti per
quanto riguarda il rilascio di sostanze inquinanti in aria o in acqua.
Di
contro occorre sottolineare che:
·
l’impatto visivo prodotto da una
centrale di tal genere crea sul territorio è sicuramente fattore non
trascurabile,
·
l’ubicazione delle centrali stesse è
possibile solamente in determinate aree territoriali e con macchine
adatte al clima ivi esistente.
Management ambientale
Se
come detto sopra, lo sviluppo di un Paese è intrinsecamente legato alla
politica energetica e alla salvaguardia ambientale, in scala ridotta la
crescita e la sopravvivenza di un Impresa (qui intesa nel senso
più ampio come entità economica professionalmente organizzata al fine
della produzione o dello scambio di beni o di servizi) è sicuramente
legata alla capacità dell’Impresa stessa di gestire l’ambiente
nel quale opera attraverso opportune politiche ambientali.
L’ambiente esaminato nei diversi aspetti:
®
“naturale” e quindi considerato
l’essere:
√
la fonte delle risorse energetiche e delle
materie prime
√
il ‘contenitore’ dei prodotti di lavorazione o di
consumo
®
“esterno” e quindi caratterizzato:
√
dal contesto socio-culturale
√
dalla politica economica
√
dal mercato della domanda e della
concorrenza
®
“interno” (esempio il grado di
efficienza del personale),
influisce in modo preponderante nelle scelte tecnico-organizzative di
una qualsiasi Impresa.
E’
comunque opportuno ricordare che fino a qualche decennio orsono, quando
non si era ancora maturata la coscienza ecologica in alcune componenti
del sistema sociale quali i: consumatori, gli abitanti di zone
industriali o le pubbliche amministrazioni, le Imprese
trascuravano totalmente la tutela dell’ambiente nelle svolgersi delle
proprie attività per privilegiare di contro la produttività.
La
modifica quindi dell’ambiente “naturale” a causa dell’inquinamento, e
dell’ambiente “esterno” per le nuove leggi di salvaguardia e tutela, di
fatto, ha indotto e impone alle imprese delle scelte anche di tipo
strategico.
Infatti, gestire l’ambiente in modo efficace comporta per un’azienda o
un’impresa non soltanto il predisporre degli accorgimenti per evitare
danni ambientali ma anche:
a-
inserire le tematiche ambientali all’interno
degli obiettivi dell’azienda
b-
adottare processi innovativi rispettosi
dell’ambiente durante l’intero ciclo produttivo
c-
stabilire un interazione con l’ambiente
esterno.
La
complessità e il ruolo delle diverse variabili in gioco, anche
interdipendenti tra di loro, comportano una variazione dagli schemi
abituali per le Imprese che, anche al fine di essere competitive
sul mercato, devono attivarsi per diventare fornitrici di servizi e non
solamente di prodotti.
Queste strategie inducono a una gestione corretta delle attività
imprenditoriali che vanno dalla pianificazione alla realizzazione e
quindi la necessità di operare secondo dei progetti definiti; da qui
l’opportunità di ricorrere al Project Management per iniziative come la
progettazione di impianti ed attrezzature o di manutenzione oppure per
progetti di gestione e di ingegneria ambientale.
Si
era premesso all’inizio che il termine Impresa era da intendersi
nel senso più ampio poiché le tematiche di salvaguardia ambientale e
quindi anche di Project Management sono da riferirsi sia al sistema
Paese nell’ambito delle scelte strategiche, che alle industrie quali
produttori di beni che alle società che forniscono servizi correlati.
Soprattutto per chi fornisce servizi nel campo dell’ambiente, il ricorso
a tecniche di Project Management è importante oltre che necessario,
poiché i committenti quali: Amministrazioni pubbliche, privati
imprenditori o le stesse comunità di cittadini, manifestano sempre più
bisogni ed esigenze specifiche che necessitano di competenze ed
organizzazioni non standard.
Per offrire, quindi, delle soluzioni alle attese dei committenti è
indispensabile che l’Impresa, con l’obiettivo di ridurre al
minimo l'impatto della propria attività sull'ambiente (rumore, consumo
energetico, rifiuti, ecc.) raccolga e ottimizzi le risorse interne
(umane, tecniche, finanziarie) necessarie per completare con successo il
progetto di durata finita programmando i parametri che lo
caratterizzano: qualità progettuale, tempi di
svolgimento/realizzazione e costi economici.
Ad esempio,
nel settore dell’ingegneria ambientale, la realizzazione di un impianto
d’incenerimento per rifiuti solidi urbani (analogo discorso vale per una
centrale nucleare, un
impianto idroelettrico, etc.), deve trovare gioco forza la sua gestione
nelle tecniche di Project Management Ambientale.
Infatti, con riferimento a quanto sopra, si può dire che per questo tipo
di opera:
1.
il parametro qualità riguarda:
a.
l’organizzazione della struttura di
lavoro; dove il progetto viene suddiviso in singole unità (come lo
schema successivo) che interagiscono in modo dinamico tra di loro e con
l’ambiente esterno e dove vengono stabiliti i criteri di svolgimento di
ognuna di esse;
b.
la predisposizione di specifiche
progettuali eco-compatibili per ogni singola sotto unità;
2.
il parametro tempo può essere efficacemente programmato
attraverso la stima della durata di ogni sotto unità e la sequenza
temporale di svolgimento delle stesse in riferimento agli obiettivi
progettuali e di tutela ambientale;
3.
il parametro costo, considera la valutazione degli
importi necessari al completamento di ogni singola sotto unità in
funzione delle richieste effettuate dal committente e dal monitoraggio
ambientale ante, durante e post opera.
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IMPIANTO
D’INCENERIMENTO |
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ACCUMULO RIFIUTI E
RECUPERO SCORIE |
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SEZIONE
TERMODISTRUZIONE |
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SEZIONE
TRATTAMENTO
FUMI |
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SEZIONE RECUPERO
ENERGETICO |
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IMPIANTISTICA |
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MACCHINARI |
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OPERE D’INGEGNERIA
CIVILE |
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SERVIZI AUSILIARI
E DI CONTROLLO |
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Si
rileva anche dall’esempio sopra descritto, come siano diverse le
variabili che qualitativamente e quantitativamente caratterizzano la
realizzazione di un’opera ambientale, dalla definizione dell’idea
progettuale al crono programma delle varie fasi esecutive, passando
attraverso i fattori ambientali e socio-economici.
Pertanto, qualsiasi attività che interagisca con l’ambiente deve essere
considerata come un sistema aperto, dove confluiscono notizie e
informazioni dall’ambiente “naturale ed “esterno” che si correlano con
le finalità progettuali e con le risorse organizzative a disposizione
per l’attuazione.
Si
può concludere, che la capacità di un sistema Paese o di un Impresa
di coniugare i temi dello sviluppo con quelli della salvaguardia
ambientale trasformando il sistema produttivo in un ottica
ecocompatibile dipende in modo preponderante dalla politica
ambientale e dalla capacità di management (gestione) di tutte
queste variabili.
Giuseppe Abbate |