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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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Tutela Ambientale: politiche e management
 

di Giuseppe Abbate

Premessa

L’afflusso delle popolazioni verso le città iniziato già dai primi anni del secolo scorso e lo sviluppo industriale ha prodotto come contropartita di un’attività sempre più intensa e in evoluzione, criticità ambientali che vanno dall’inquinamento atmosferico all’inquinamento delle acque; le diverse criticità sono caratterizzate da propri fattori specifici spesse volte interagenti tra loro.

La natura delle sostanze inquinanti che variano a seconda le fonti considerate:

·      trasporti (automobili, ferrovie, aerei)

·      riscaldamento domestico ed urbano

·      attività industriali (chimiche, petrolifere, del gas, siderurgiche, etc.),

una volta liberate nell’atmosfera sotto forma di scorie, gas o particelle fini, o riversate nelle acque sotto forma di sostanze tossiche, producono secondo una legge temporale difficilmente valutabile in quanto influenzata da molteplici parametri, effetti dannosi sia sulla salute dell’uomo, che sulla flora e la fauna e in particolare sulla produzione agricola.

 

Politiche ambientali

Se la disponibilità di fonti energetiche qualitativamente idonee e quantitativamente sufficienti è da considerarsi il fattore principale del benessere economico e quindi dello sviluppo sociale dei Paesi industrializzati, è pur vero che tale situazione non è riscontrabile nei Paesi poveri dove la strada dello sviluppo necessita di quantità sempre maggiori di energia.

Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che il ciclo energetico è il principale anche se non l’unico responsabile dell’emissione di agenti inquinanti e quindi del degrado ambientale, di fatto, le problematiche collegate alle fonti di energia, divenute sempre più ricorrenti nei dibattiti sullo sviluppo dei vari Paesi, sono essenzialmente riconducibili a tre macro aspetti:

·      ecologico: salvaguardia dell’ambiente, riduzione dell’effetto serra

·      sociale: garanzia di un vita sana e gradevole delle popolazioni

·      economico: approvvigionamento di materie prime in quantità sempre maggiori,

di fatto correlati tra di loro.

Infatti, lo stile di vita qualitativamente gradevole è sinonimo di un ambiente sano oltre che di sistemi di trasporto veloci o impianti di riscaldamento efficienti, che a loro volta hanno bisogno di processi industriali sempre più intensi che richiedono all’origine  fonti energetiche notevoli.

La crescita in termini socio-economici di un qualsiasi Paese, essendo gioco forza sorgente di possibili conseguenze per l’ambiente antropizzato, deve principalmente essere basata su una politica energetica costruita sull’analisi costi/benefici, in altre parole:

·      tendenza ad una riduzione dell’uso ‘energia’ a parità di benefici ottenuti

·      utilizzazione di fonti che a parità di costo di approvvigionamento e trasformazione possono indurre il minimo danno ambientale.

Si desume da queste interazioni come l’aspetto ecologico sia l’elemento più delicato dell’intero meccanismo di sviluppo, anche perché se da una parte è impossibile risanare quanto distrutto nel corso dei decenni passati sia in termini di risorse naturali depauperate che d’inquinamento prodotto, dall’altra parte sussiste però la necessità di adottare provvedimenti efficaci per prevenire e/o limitare  future conseguenze nocive se non catastrofiche quali l’effetto serra.

Tra questi due estremi si trovano l’aumento della popolazione e la domanda sempre più elevata di sviluppo tecnologico ed industriale da parte dei Paesi non industrializzati.

Dal punto di vista economico il mercato dell’energia può senza dubbio essere considerato differente dagli altri mercati delle materie prime, in virtù del fatto che l’energia è un bene strategico essenziale ed anche commercializzabile su un circuito internazionale, ove sono presenti tutti i prodotti energetici e non solo quelli petroliferi.

Ogni singolo Paese si ritrova così a dover coniugare l’influenza delle economie di mercato con l’esigenza di adottare:

a)    azioni economiche, valide per mantenere degli approvvigionamenti sufficienti alle esigenze interne;

b)   azioni di politica internazionale, in quanto le fonti di approvvigionamento sono in maggior parte situate in zone geograficamente sensibili anche dal punto di vista geo-politico, come il Medio Oriente o i paesi della ex Unione Sovietica.

 

Per tali motivi gli obiettivi da perseguire in tempi non sicuramente lunghi dovrebbero indirizzarsi verso:

Ø      la salvaguardia ambientale, intesa non come barriera allo sviluppo, ma come elemento della politica energetica;

Ø      lo sviluppo di risorse, all’interno dei singoli Paesi, soprattutto per le fonti rinnovabili che consentirebbe tra l’altro di ridurre il valore della cosiddetta vulnerabilità energetica.

Quest’ultima grandezza che da tempo ha assunto valori elevati per esempio per l’Italia tanto che per ridurre il rischio di interruzione dell’approvvigionamento elettrico si è dovuto far ricorso alle importazioni di energia elettrica dall’estero.

Tra le fonti energetiche provenienti da fonte rinnovabile, in questo momento, la conversione fotovoltaica dell’energia solare appare come la tecnologia più promettente per la produzione di energia elettrica su scala significativa.

L’utilizzo di tale tecnologia, grazie anche alla tipologia di realizzazione degli impianti costituiti da unità modulari tra  loro collegate meccanicamente ed elettricamente,ha prodotto delle ricadute molto positive nei settori:

a)   della produzione di energia elettrica, con rilascio nullo di inquinamenti nell’aria e nell’acqua

b)  industriale, con produzione dei moduli base delle celle fotovoltaiche di diversa tipologia, di dispositivi elettronici innovativi, etc.

c) dei servizi:

·      produzione di acqua per usi potabili mediante la dissalazione dell’acqua marina o salmastra; con impianti modulari di facile installazione anche in piccole isole o villaggi isolati dei Paesi in via di sviluppo;

·      produzione di acqua per usi irrigui nei Paesi dove più alti sono i livelli di insolazione;

·      riscaldamento di unità abitative o scuole;

d)  della ricerca scientifica, indirizzata allo sviluppo di nuovi materiali e dispositivi necessari per la produzione industriale delle celle fotovoltaiche.

Non meno importanti sono certamente le altre fonti rinnovabili di energia come quella:

1)  idrica, la quale in quasi tutti i Paesi industrializzati occupa un ruolo preminente.

Le centrali di tipo idroelettrico se da un lato hanno il vantaggio di adottare tecnologie che si sono evolute nel corso degli anni, dall’altro sono limitate dalla mancanza di siti idonei e dall’accentuata antropizzazione dei territori; tale discorso non vale peraltro nei Paesi emergenti dove l’utilizzo delle abbondanti risorse ancora disponibili è limitato in particolar modo da un’inefficiente o inesistente sistema tecnologico di trasmissione dell’energia elettrica.

2)  della biomassa, caratterizzata da una stretta connessione fra problemi energetici ed ambientali, proveniente sia dagli scarti e dai residui delle produzioni alimentari ed agricole, che da colture energetiche di tipo innovativo o tradizionale.

Va rilevato che a fronte di una svariata gamma di tecnologie esistenti sul mercato che possono essere utilizzate per la trasformazione e l’utilizzazione della biomassa, esistono di contro i requisiti che le nuove colture energetiche devono necessariamente possedere:

·      tasso elevato di produttività

·      ottima qualità dei prodotti

·      sviluppo rapido e quindi adattabilità ai vari habitat,

che associati alla carenza di normative sull’uso e la gestione della fonte stessa ne hanno di fatto limitato lo sviluppo.

1)  eolica, che ha il pregio di avere costo nullo di combustibile come la fotovoltaica e conseguenze inesistenti per quanto riguarda il rilascio di sostanze inquinanti in aria o in acqua.

Di contro occorre sottolineare che:

·      l’impatto visivo prodotto da una centrale di tal genere crea sul territorio è sicuramente fattore non trascurabile,

·      l’ubicazione delle centrali stesse è possibile solamente in determinate aree territoriali e con macchine adatte al clima ivi esistente.

 

Management ambientale

Se come detto sopra, lo sviluppo di un Paese è intrinsecamente legato alla politica energetica e alla salvaguardia ambientale, in scala ridotta la crescita e la sopravvivenza di un Impresa (qui intesa nel senso più ampio come entità economica professionalmente organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi) è sicuramente legata alla capacità dell’Impresa stessa di gestire l’ambiente nel quale opera attraverso opportune politiche ambientali.

L’ambiente esaminato nei diversi aspetti:

®      “naturale” e quindi considerato l’essere:

        la fonte delle risorse energetiche e delle materie prime 

        il ‘contenitore’ dei prodotti di lavorazione o di consumo

®      “esterno” e quindi caratterizzato:

        dal contesto socio-culturale

        dalla politica economica

        dal mercato della domanda e della concorrenza

®       “interno” (esempio il grado di efficienza del personale),

influisce in modo preponderante nelle scelte tecnico-organizzative di una qualsiasi Impresa.

E’ comunque opportuno ricordare che fino a qualche decennio orsono, quando non si era ancora maturata la coscienza ecologica in alcune componenti del sistema sociale quali i: consumatori, gli abitanti di zone industriali o le pubbliche amministrazioni, le Imprese trascuravano totalmente la tutela dell’ambiente nelle svolgersi delle proprie attività per privilegiare di contro la produttività.

La modifica quindi dell’ambiente “naturale” a causa dell’inquinamento, e dell’ambiente “esterno” per le nuove leggi di salvaguardia e tutela, di fatto, ha indotto e impone alle imprese delle scelte anche di tipo strategico.

Infatti, gestire l’ambiente in modo efficace comporta per un’azienda o un’impresa non soltanto il predisporre degli accorgimenti per evitare danni ambientali ma anche:

a-  inserire le tematiche ambientali all’interno degli obiettivi dell’azienda

b-  adottare processi innovativi rispettosi dell’ambiente durante l’intero ciclo produttivo

c-  stabilire un interazione con l’ambiente esterno.

La complessità e il ruolo delle diverse variabili in gioco, anche interdipendenti tra di loro, comportano una variazione dagli schemi abituali per le Imprese che, anche al fine di essere competitive sul mercato, devono attivarsi per diventare fornitrici di servizi e non solamente di prodotti.

Queste strategie inducono a una gestione corretta delle attività imprenditoriali che vanno dalla pianificazione alla realizzazione e quindi la necessità di operare secondo dei progetti definiti; da qui l’opportunità di ricorrere al Project Management per iniziative come la progettazione di impianti ed attrezzature o di manutenzione oppure per progetti di gestione e di ingegneria ambientale.

Si era premesso all’inizio che il termine Impresa era da intendersi nel senso più ampio poiché le tematiche di salvaguardia ambientale e quindi anche di Project Management sono da riferirsi sia al sistema Paese nell’ambito delle scelte strategiche, che alle industrie quali produttori di beni  che alle società che forniscono servizi correlati.

Soprattutto per chi fornisce servizi nel campo dell’ambiente, il ricorso a tecniche di Project Management è importante oltre che necessario, poiché i committenti quali: Amministrazioni pubbliche, privati imprenditori o le stesse comunità di cittadini, manifestano sempre più bisogni ed esigenze specifiche che necessitano di competenze ed organizzazioni non standard.

Per offrire, quindi, delle soluzioni alle attese dei committenti è indispensabile che l’Impresa, con l’obiettivo di ridurre al minimo l'impatto della propria attività sull'ambiente (rumore, consumo energetico, rifiuti, ecc.) raccolga e ottimizzi le risorse interne (umane, tecniche, finanziarie) necessarie per completare con successo il progetto di durata finita programmando i parametri che lo caratterizzano: qualità progettuale, tempi di svolgimento/realizzazione e costi economici.

Ad esempio, nel settore dell’ingegneria ambientale, la realizzazione di un impianto d’incenerimento per rifiuti solidi urbani (analogo discorso vale per una centrale nucleare, un

impianto idroelettrico, etc.), deve trovare gioco forza la sua gestione nelle tecniche di Project Management Ambientale.

 

Infatti, con riferimento a quanto sopra, si può dire che per questo tipo di opera:

1. il parametro qualità riguarda:

a.   l’organizzazione della struttura di lavoro; dove il progetto viene suddiviso in singole unità (come lo schema successivo) che interagiscono in modo dinamico tra di loro e con l’ambiente esterno e dove vengono stabiliti i criteri di svolgimento di ognuna di esse;

b.   la predisposizione di specifiche progettuali eco-compatibili per ogni singola sotto unità;

2. il parametro tempo può essere efficacemente programmato attraverso la stima della durata di ogni sotto unità e la sequenza temporale di svolgimento delle stesse in riferimento agli obiettivi progettuali e di tutela ambientale;

3.    il parametro costo, considera la valutazione degli importi necessari al completamento di ogni singola sotto unità in funzione delle richieste effettuate dal committente e dal monitoraggio ambientale ante, durante e post opera.

 

 

 

IMPIANTO D’INCENERIMENTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACCUMULO RIFIUTI E RECUPERO SCORIE

 

SEZIONE TERMODISTRUZIONE

 

SEZIONE TRATTAMENTO

FUMI

 

SEZIONE RECUPERO ENERGETICO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IMPIANTISTICA

 

MACCHINARI

 

OPERE D’INGEGNERIA

CIVILE

 

SERVIZI AUSILIARI E DI CONTROLLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si rileva anche dall’esempio sopra descritto, come siano diverse le variabili che qualitativamente e quantitativamente caratterizzano la realizzazione di un’opera ambientale, dalla definizione dell’idea progettuale al crono programma delle varie fasi esecutive, passando  attraverso i fattori ambientali e socio-economici.

Pertanto, qualsiasi attività che interagisca con l’ambiente deve essere considerata come un sistema aperto, dove confluiscono notizie e informazioni dall’ambiente “naturale ed “esterno” che si correlano con le finalità progettuali e con le risorse organizzative a disposizione per l’attuazione.

Si può concludere, che la capacità di un sistema Paese o di un Impresa di coniugare i temi dello sviluppo con quelli della salvaguardia ambientale trasformando il sistema produttivo in un ottica ecocompatibile dipende in modo preponderante dalla politica ambientale e dalla capacità di management (gestione) di tutte queste variabili.

 

Giuseppe Abbate

 


 

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