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Un tecnologia pazzesca
di Giovanni Minieri
E' di notevole interesse viaggiare su un mezzo pubblico
quando è pieno di tutti quei pendolari che quotidianamente si tirano giù
dal letto all'alba per timbrare il cartellino alle 8 del mattino. Ed è
di altrettanta stupefacente meraviglia come, pur avendo pochissimo
spazio per compiere una qualsiasi manovra, schiacciati come si è in
mezzo a tutta quella calca di gente talmente compatta da risultare quasi
un blocco unico, ecco, non si comprende come qualcuno riesca, con un
movimento quasi innaturale della scapola, rischiando una lussazione
della spalla, a tirar fuori dalla tasca anteriore dei jeans super skinny
il proprio smartphone da 7 pollici.
Compiuto il miracolo, il soggetto si guarda intorno con
aria fiera e soddisfatta, come se fosse stato artefice di un gesto
eroico, passando in rassegna con lo sguardo tutti i presenti, cercando
chi, annuendo col capo, gli faccia intendere il vivo compiacimento per
quello che è appena avvenuto dinanzi ai suoi occhi. Ne trova diversi di
occhi sgranati nel riconoscere in ciò che stringe proprio quel modello
di cellulare di cui tutti i media parlavano qualche sera prima. D'altro
canto, diciamocelo chiaramente, oggi se non hai l'ultimo iPhone o
l'ultimo Galaxy sei un poveretto. La tua credibilità in società è
direttamente proporzionale ai pollici del tuo smartphone, più è piccolo
e meno conti. Ma l'eroe di turno conta tantissimo, il suo è l'ultimo
gadget tecnologico, ultrasottile, con display fronte retro, fotocamera a
riconoscimento dell'iride e, ovviamente, il suo smartphone è totalmente
a comando vocale, gli parla e lui gli dice che tempo c'è, che impegni
ha, manda messaggi ed effettua chiamate, ricorda gli impegni del giorno
e lo guida al ristorante sushi più vicino. Ed ecco che allora incomincia
a sciorinare una serie di richieste in rapida sequenza, il suo è un
parlare fitto e convulso, come lo si farebbe con una segretaria in carne
ed ossa: “fissa un appuntamento per il..., manda una mail a..., dimmi
dove si trova la pizzeria...” Intorno a lui, tutti in silenzio a
fissarlo. Il ragazzetto con lo zaino che mi è vicino fa presto a
nascondere il suo cellulare acquistato 3 mesi prima, ma già
tecnologicamente superato. Il signore con la panza si volta infastidito,
e incomincia a tamburellare sul ventre rigonfio.
E poi lì, seduta al posto riservato agli anziani, con la
sua chioma folta e bianchissima che scende sul maglioncino stinto color
panna, una donna si volta mostrando due occhi vispi e corrucciati
sormontati da un paio di occhiali con le catenelle di sicurezza che
tintinnano ad ogni movimento del capo. Fissa per un attimo il nostro
eroe, le sue labbra si piegano in una smorfia di incredulità, si volge
verso l'amica che le siede di fronte, scrollando la candida chioma, si
porta un dito alla tempia battendolo più volte ed esclama: “ma con
chi parla? Chist è pazz!"
Giovanni Minieri |
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