Questo matrimonio non s’ha da fare
Valentino Rossi si trasferisce in Ducati
di Roberto Maurelli
È
dalla scorsa stagione che assistiamo ad un tira e molla tra Valentino
Rossi, Jorge Lorenzo e la Yamaha. In pratica, è da quando il
giovanissimo spagnolo rampante si è imposto alla ribalta nella MotoGP
che la convivenza con il “Dottore” si è fatta sempre più difficile.
Tutti ricordiamo quando perfino papà Graziano, al termine di una corsa
stravinta da Valentino, tenne a sottolineare che il rapporto tra un
campione e il suo team è un po’ come quello tra due fidanzati: se il
ragazzo fa ingelosire la sua donna (leggi il pilota), dopo un po’ questa
si troverà un nuovo amore…
Il nuovo amore si chiama Ducati, la mitica scuderia italiana capace di
vincere un mondiale nel 2007 con Casey Stoner ed ormai matura per
occupare costantemente con le sue moto le prime posizioni della griglia.
Questo però non è un fidanzamento. È un vero e proprio matrimonio! Con
tanto di benedizione dei tifosi, degli sponsor e della Dorna.
A
dirla tutta, la Rossa di Borgo Panigale inseguiva Rossi fin dai tempi
dell’addio alla Honda, ossia dalla fine del 2003. A quei tempi il
pescarese cercava una scuderia dove poter dimostrare di non essere
debitore del primato tecnico della Honda, desideroso anche di calarsi in
un ambiente di lavoro un po’ meno asettico. Dopo qualche ammiccamento,
tuttavia, la sua scelta ricadde sulla Yamaha. La Ducati sembrava troppo
simile alla Honda nel voler dimostrare l’eccellenza meccanica delle sue
moto, mentre la proposta della casa di Iwata sembrava molto più
allettante anche se il suo team era da rifondare completamente.
Oggi, invece, i tempi sembrano maturi per raccogliere i frutti di quegli
ammiccamenti. E i sogni mondiali 2011 già si fanno insistenti quando
ancora deve concludersi la stagione in corso.
L’entusiasmo che tutti noi proviamo nel ritrovare un pilota italiano su
una moto italiana nella massima serie, però, non ci esime da alcune
riflessioni critiche.
Il trasferimento che si accinge a compiere Valentino è ben diverso da
quello fatto a cavallo tra il 2003 e il 2004. Allora si trattava di
raccogliere una sfida che nessuno avrebbe accettato: la posta in gioco
era dimostrare che l’uomo può prevalere sul mezzo tecnico, anche
nell’epoca della sofisticazione; bisognava mettere a tacere chi sviliva
vittorie e titoli mondiali adducendo le solite scuse da bar.
Oggi Valentino non ha più nulla da dimostrare. La maggior parte degli
osservatori è concorde nell’affermare che non c’è mai stato un pilota
tanto completo quanto lui nella storia del motociclismo sportivo. La
sfida più probante per la prossima stagione non è quella di trasferirsi
in un nuovo team, peraltro già di vertice, ma quella di trovare il
coraggio per rimanere alla Yamaha accettando un confronto serrato e
paritario con un compagno di squadra scomodo come Jorge Lorenzo. Il
pilota di Palma di Maiorca si è dimostrato, finora, l’unico rivale degno
di questo nome. La sua determinazione per la vittoria ricorda quella del
Valentino di qualche anno fa e le sue doti velocistiche non sono da
meno. A questo si deve aggiungere che, in tutti i duelli con il più
titolato compagno di squadra, non si è mai fatto piegare
psicologicamente, riuscendo a canalizzare anche la voglia di rivalsa
derivante da una sconfitta in un continuo miglioramento della sue
capacità di gestione della gara.
Nel corso della stagione 2009 Valentino ha dimostrato di avere il
talento per imporsi sul suo rivale e “vicino di box” in più occasioni.
Il Dottore ha dimostrato, con un’annata da incorniciare, di essere
ancora il più forte, sfoggiando l’astuzia del veterano, le doti
velocistiche del campione e la determinazione di chi ha sempre fame di
vittorie. Quest’anno, invece, l’esito del campionato è stato falsato dal
grave incidente di Valentino, che gli ha impedito di prendere parte ad
alcune gare del campionato e ne ha pregiudicate altre al momento del suo
rientro in pista. Come se non bastasse, il 2010 non era neppure iniziato
sotto i migliori auspici, considerando che dei fastidiosi dolori alla
spalla avevano obbligato l’idolo di Tavullia a correre un po’ in difesa.
Viene da chiedersi cosa potrà aggiungere il passaggio alla Ducati ad una
sfida che già era bollente di suo. Probabilmente nulla. In primis perché
sarà difficile ricreare l’ambiente della Yamaha in Ducati, e poi perché
i nuovi regolamenti non consentono di percorrere molti chilometri nei
test invernali. Con queste premesse, sembra davvero difficile che il
prossimo anno possa vedere un Valentino già in lotta per la vittoria fin
dalla prima gara. E questo significa meno brividi e meno sfida, a
dispetto di quanto annunciato con un po’ troppo ottimismo.
Speriamo allora che si ripeta il miracolo del 2004, quando un Valentino
in splendida forma riuscì a fare l’impossibile, vincendo con la Yamaha
la prima gara dell’anno e riscrivendo un’altra stupenda pagina di
motociclismo.
(Ott. 2010)
Roberto Maurelli |