La Valutazione
Ambientale Strategica
(VAS)
di
Pasquale De Francesco
La Valutazione Ambientale Strategica è un fondamentale
strumento per l’integrazione di carattere ambientale nell’elaborazione e
nell’adozione di piani, in quanto garantisce che gli effetti
dell’attuazione dei piani siano presi in considerazione durante la loro
elaborazione e prima della loro adozione.
La VAS non è riferita a singole opere, ma a piani e
programmi, assumendo caratteri più generali.
La VAS introduce la considerazione degli effetti
cumulativi e sinergici derivanti dall’attuazione di programmi o piani
che spesso assumono orizzonti temporali di medio o lungo termine,
determinando un sostanziale ampliamento degli orizzonti temporali e
spaziali rispetto ai quali collocare le scelte e le opzioni progettuali.
Metodi
e Tecniche per la Valutazione
In generale le alternative progettuali con le quali è
possibile dare risposta agli obiettivi che ci si propone di raggiungere
sono diverse, caratterizzate da costi monetari diversi e
contemporaneamente da effetti diversi relativamente ai singoli
obiettivi. In casi quali quelli che coinvolgono problematiche del
territorio, sociali e dell'ambiente, per di più caratterizzati da un
contesto di riferimento complesso per via della fitta rete di relazioni
che collegano le componenti del sistema sotto osservazione (relazioni
interne) e le relazioni di questo con gli altri sistemi con cui si
interconnette (relazioni esterne), si opera in presenza di un soggetto
decisionale portatore di una pluralità di interessi e di criteri di
valutazione anche contrastanti, per cui la ricerca della soluzione di
progetto da assumere non è, per definizione, quella ottimale che non è
raggiungibile, ma quella viceversa, a rendimento mediamente migliore. Si
definisce Metodo di Valutazione un procedimento che è in grado di
dedurre in modo argomentato una graduatoria di priorità tra le
alternative. I metodi di valutazione che meglio si prestano a essere
utilizzati nella ricerca e nel confronto tra soluzioni alternative sono
quelli di tipo multicriterio, perché esplicitano tutti i valori, anche
quelli non in uso, intrinseci e complessi e considerano sia gli
obiettivi che le diverse priorità da parte di tutti i soggetti e gruppi
sociali coinvolti nel processo di trasformazione-conservazione.
La scelta dei Temi Ambientali e degli Indicatori
La VAS centra l’attenzione sui temi ambientali che
descrivono fenomeni di livello locale e su cui gli enti hanno maggiori
capacità e possibilità di tutela, miglioramento e monitoraggio. La prima
fase della costruzione della VAS riguarda la definizione dei temi
ambientali, come ad esempio:
1.
I
Rifiuti;
2.
L’Aria;
3.
Il
Suolo;
4.
I
Rischi naturali;
5.
Le
Risorse Idriche;
e degli indicatori ambientali.
Le fasi della Valutazione Ambientale Strategica
Per la redazione della VAS si prevedono tre fasi
temporali integrate di valutazione, configurando un processo interattivo
da condurre in parallelo con l’elaborazione della valutazione ex-ante,
della valutazione intermedia (on going), della valutazione
ex-post; tutte e tre le fasi sono volte a determinare l’impatto
rispetto agli obiettivi prefissati e ad analizzare le incidenze su
problemi specifici.
Il Monitoraggio Ambientale
Il controllo e il monitoraggio dei determinanti
ambientali associati al controllo dei fattori di rischio che favoriscono
l’insorgenza delle patologie costituiscono un sistema centrale per le
strategie di difesa e promozione della salute pubblica e di sviluppo
sostenibile nel territorio. Il monitoraggio ambientale ha un ruolo
significativo quando riesce a controllare gli effetti ambientali
determinati dalle azioni di un piano esteso a tutto un ambiato
territorio. La fase essenziale di monitoraggio permette quindi di
calcolare le variazioni degli indicatori ambientali e, soprattutto, di
valutarne l’andamento, aggiornando il rapporto ambientale e proponendo
eventuali revisioni del piano.
Lo schema DPSIR
Per la redazione della VAS si costruisce un sistema di
indicatori, facendo riferimento a modelli di esperienze internazionali
oramai consolidate. Si tratta dei cosiddetti indicatori ambientali,
finalizzati alla rappresentazione sintetica dei diversi problemi
affrontati.
Il modello organizzativo delle informazioni ambientali è
quello sviluppato in ambito Eea (European Environment Agency) ed
adottato dall’Anpa (Agenzia Nazionale per la Tutela Ambientale)
per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo
ambientale che prende il nome di Schema Dpsir (Driving forces,
Pressures, States, Impacts, Responses). Tale schema, si basa su una
struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi:
• Determinanti: possono essere identificati con le
attività ed i processi antropici che causano le pressioni, come ad
esempio, i trasporti, le produzioni industriali, etc;
• Pressioni: individuano le variabili direttamente
responsabili del degrado ambientale. Servono per individuare e
quantificare le cause che comportano cambiamenti nello stato ambientale
(emissioni, rifiuti, rumore, etc.);
• Stato: gli indicatori di stato sono descrittivi;
delineano le condizioni in cui versa l'ambiente all'istante considerato
e servono per valutare il grado di compromissione dell'ambiente stesso
nelle sue qualità fisiche, chimiche e biologiche;
• Impatti: la loro principale funzione è quella di
rendere esplicite le relazioni causa-effetto tra pressioni e stato (su
ecosistemi, salute, fruizioni, ecc.);
• Risposte: tali indicatori manifestano gli sforzi
operativi compiuti da politici, pianificatori, etc. per migliorare la
qualità della vita e dell'ambiente (politiche ambientali e settoriali,
iniziative legislative, azioni di pianificazione, ecc.).
Un criterio di analisi del territorio: L’Overlay Mapping
Le metodologie di overlay mapping derivano dai criteri
della pianificazione territoriale e si basano sulla elaborazione e
sovrapposizione di mappe tematiche che rappresentano i caratteri
ambientali e gli elementi di sensibilità e criticità che caratterizzano
un particolare ambito territoriale. Il metodo consiste nella selezione e
nell’analisi dei fattori ambientali significativi e tende a individuare
la loro sensibilità e vulnerabilità, cioè le caratteristiche intrinseche
delle componenti ambientali già gravate dal carico preesistente e ne
analizza le potenzialità in relazione alle interferenze prevedibilmente
causate dalle attività di progetto. Tale analisi viene condotta
attraverso la rappresentazione cartografica dei diversi tematismi e la
loro successiva sovrapposizione.
I diversi modelli di analisi sono essenzialmente
sviluppati a partire dai principi elaborati da McHarg e Falque.
Il metodo di McHarg si basa sulla elaborazione di mappe
tematiche dei parametri ambientali e sociali, classificati in categorie
selezionate per oggetto di studio: morfologia, clima, geologia,
idrologia, caratteristiche dei suoli, vegetazione, habitat, usi del
suolo, valori storici e sociali, ecc. La valutazione dell’ambiente si
basa su una scala ordinale che indica la sensibilità e/o la criticità
dei fattori considerati in una specifica area. Il processo di
valutazione proposto da McHarg prevede:
1.
l’elaborazione di una
mappa tematica per ciascun fattore considerato;
2.
l’attribuzione di un
giudizio di sensibilità e criticità alle diverse caratteristiche
ambientali rappresentate;
3.
l’integrazione delle
informazioni contenute nelle mappe attraverso la somma dei valori in
ciascuna di esse.
Quindi, ricapitolando, il metodo ha lo scopo di
effettuare una valutazione preliminare dei piani e dei progetti mediante
la sovrapposizione di carte tematiche di analisi e di valutazione
attraverso fasi successive in modo da far emergere le informazioni che
interessano. La restituzione su mappe sintetiche dei fattori
suscettibili di impatto consente di determinare la distribuzione
spaziale ed i livelli di intensità degli impatti e di valutare il grado
di compatibilità dello sviluppo proposto con lo stato di conservazione
delle risorse, la loro sensibilità e vulnerabilità, e gli usi attuali e
potenziali (ovvero l’attitudine dell’ambiente ai diversi usi).
Per ogni ambito tematico, o componente ambientale e
territoriale, ritenuto significativo, si analizza l’area interessata
elaborando:
-
carte tematiche (analisi)
-
carte di sensibilità (valutazione)
Successivamente si passa all’overlay mapping.
Tipicamente in tal modo si effettuano operazioni di
setacciatura: le informazioni rilevanti vengono mano a mano selezionate
in modo da ottenere, alla fine del processo, valutazioni sintetiche.
L’analisi delle componenti si esegue facendo riferimento
ai seguenti tematismi, per ognuno dei quali si elabora una carta
tematica:
1.
pianificazione
2.
paesaggio
3.
vegetazione
4.
rischio – pericolosità
Ogni elemento evidenziato in ciascuna carta tematica
viene valutato assegnandolo ad un intervallo di sensibilità, su una
scala gerarchica organizzata in quattro livelli di sensibilità (Elevata,
Alta, Media, Bassa, Bassissima) a cui corrispondono visivamente quattro
diversi colori.
Quindi si definiscono, per l'area in esame, i rispettivi
livelli assunti da ogni fattore, elaborando, pertanto, delle tavole
specifiche che individuano aree a sensibilità omogenea. Le carte di
sensibilità presentano aree a:
1. elevata sensibilità: ovvero che
presentano fattori non idonei alla localizzazione (evidenziati negli
elaborati in colore rosso);
2. alta sensibilità: ovvero che presentano
fattori scarsamente idonei alla localizzazione (aree utilizzabili a
determinate condizioni ambientali progettuali e evidenziati negli
elaborati in colore arancio);
3. media sensibilità: ovvero che presentano
fattori limitatamente idonei alla localizzazione (mitigabili e
evidenziati negli elaborati in colore giallo);
4. bassa sensibilità: ovvero che non
presentano particolari impedimenti alla trasformazione territoriale
(evidenziati negli elaborati in colore verde);
5. bassissima sensibilità: ovvero zone
territoriali caratterizzate da assenza di valori ambientali (totalmente
o pressoché totalmente antropizzate lasciate in bianco).
6. altissima sensibilità ma non Rispettata come tale:
ovvero zone territoriali caratterizzate da presenza di forte valore
ambientale, ma che non sono state trattate e tutelate come tali.
(Set. 2010)
Pasquale De Francesco |