Vita da immigrato
di Giuseppe Iannello
Oggi il fenomeno dell’immigrazione
extracomunitaria ha creato non pochi problemi agli stati dell’Europa
occidentale che si sono trovati a fronteggiare masse di stranieri alla
ricerca di un’occupazione e di un alloggio, infatti molti cittadini
europei, temendo di essere privati dei loro diritti e del proprio
benessere, hanno considerato gli extracomunitari dei veri parassiti
sociali da dover mantenere.
Scappano via dalle loro terre di nascita,
sono costretti a vivere in posti luridi, sporchi, capanne fatiscenti,
sotto ai ponti con qualche giornale addosso, servendosi di bottiglie di
alcool, non solo per affrontare il vento, il freddo, ma anche per
obliare i ricordi delle proprie famiglie che lasciano nella propria
terra, sperando di rivederli più presto possibile, poichè loro stessi
capiscono che possono trovarsi alquanto in circostanze di rischio, visto
che debbono affrontare dei viaggi molto stancanti.
Quest’ ultimi, per le disperate condizioni
sociali in cui sono costretti a vivere, sono arruolati per lo spaccio di
droga, sfruttamento della prostituzione e contrabbando delle sigarette.
Gli immigrati sono soprattutto senegalesi,
marocchini, tunisini, albanesi, russi e negli ultimi tempi anche ucraini
e polacchi,attratti da quello che a loro sembra un paradiso di ricchezza
e in grado di offrire loro un lavoro.
Nel 2001 il governo di centro-destra molti
esponenti hanno dovuto propugnare la necessità di cambiare la legge
sull’immigrazione del 1998.
Tale legge prevede che siano rilevate le
impronte digitali agli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno,
rilasciato per un periodo non inferiore ai due anni, che però è
rilasciato a chi ha un lavoro regolarmente dichiarato e principalmente
messo in regola.
A coloro cui viene rilasciato il permesso di
soggiorno, quindi considerati in “ regola ” possono richiamare con loro
il coniuge, il figlio minore e i figli maggiorenni a carico della
famiglia, sempre che egli abbia compiuto i 65 anni.
Per coloro che sono privi di permesso di
soggiorno vengono immediatamente espulsi.
Da quello che si è potuto riscontrare dagli
ultimi fatti accaduti in Sicilia, dagli ultimi dati dall’inizio
dell’anno sono sbarcati sulle nostre coste 42.000 clandestini, in
particolare a Lampedusa.
Probabilmente per risolvere questo pesante
problema potrebbe essere quello di sopire il divario economico tra i
paesi ricchi e quelli poveri, in modo tale da assicurare un
accrescimento nelle condizioni di vita nelle aree sottosviluppate.
Una politica fatta in maniera equa tra i
partiti di giusta collaborazione economica e tecnica può far sì di
creazioni di nuovi opportunità di lavoro ed un miglioramento del loro
tenore di vita.
Anche la scuola e la famiglia dovrebbero
intervenire con mezzi idonei e di costante impegno, profuso anche
dall’insieme di risorse umane abili e specializzati e non dai soliti
“raccomandati” che presentano progetti POF nelle scuole, di ogni ordine
e grado senza sapere come e cosa devono andare a operare e realizzare
dei programmi per sviluppare nei giovani il rispetto verso i diversi
educandoli a vivere in una società che si presenta sempre di più
multi-razziale e multi-culturale.
Peppe Iannello |